James Cayne: Golf e Bridge e la crisi dei mutui

James Cayne

Un altro caso di assenteismo pesante dal lavoro a causa della troppa passione per il golf: dopo il caso emblematico del senatore americano rimaniamo negli States per la vicenda di James Cayne che è scappato dalla crisi dei mutui facili rifugiandosi sui placidi green e nelle arene virtuali delle sfide di carte su internet….

James Cayne è l’amministratore delegato di Bear Stearns ed è uno degli imputati numero uno per la crisi di Wall Street: diciamo pure che era proprio assente e irraggiungibile, impegnato a approcciare corto o a puntare pesante chissà dove. Con uno stipendio da circa 34 milioni di dollari l’anno scorso non è solo uno dei più talentuosi e scafati squali del settore ma è anche noto per la stravaganza dei modi, ma troppo spesso anche per le sue passioni che lo distraggono tanto da portarlo via dal luogo di lavoro e dalle responsabilità.
A giugno ha preso l’elicottero per andare sui green di Deal, in New Jersey per la modica cifra di 1.700 dollari per appena 17 minuti di volo, distraendosi anche con lunghe partite a bridge e nuotate al mare coi nipoti; nel frattempo una grande banca creditrice americana ritira le attività poste a garanzia di un prestito da 400 milioni di dollari: dall’ufficio chiamano James ma il cellulare sembra morto… è spento, sui campi da golf si sa che è meglio non considerarlo proprio! La crisi diventa un problema serissimo, uno dei più pesanti dalla grande crisi del secolo scorso, ma lui se ne frega e il 18 Luglio va con la moglie Patricia a Nashville per giocare all’importantissimo torneo di bridge Spingold Ko, con la compagnia del collega Warren Spector e intanto Wall Street è in agnonia…
Il 27 luglio ritorna e la Bear Stearns è costretta a mettere a disposizione un finanziamento straordinario di 1,6 miliardi di dollari, lui dà la colpa proprio a Spector per l’assenteismo e lo invita a dimettersi. Ora la situazione è drammatica, Cayne sta subendo giuste pressioni per dimettersi, molti dicono che oltre a Golf e Bridge abbia un terzo amico, la marijuana… ah questi americani!

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