Lezioni di Golf: come fare hole in one

HoleInOne

Se avessi una ricetta precisa per insegnare a fare hole in one, buca con il primo colpo, sarei forse uno dei più forti giocatori al mondo o almeno uno degli insegnanti più rinomati. O forse anche “solo” molto più ricco. La verità è che fare buca in uno è un mix di bravura e fortuna. Un evento a volte così raro che un golfista potrebbe non vederlo mai dal vivo per una vita intera ed un altro realizzarlo più volte. Io ho fatto 6 buche in uno, per ora, nella mia carriera golfistica, ecco come e dove.

Da dilettante

Buca nr 7, Golf Club Cervino, par 3 mt 140 circa

Oggi questa buca non esiste più a causa della creazione delle seconde 9 buche per completare il percorso. Il suo green è ancora utilizzato ma il tee di partenza è diverso da quello storico ed usato fin dal 1955. La buca 7 di allora era un corto par 3, con partenza decisamente sopra elevata rispetto al green, ma tutt’altro che facile, infatti un colpo corto si arrestava immancabilmente in avant-green lasciando un approccio in discesa e molto delicato, mentre un colpo troppo aggressivo sarebbe stato preda del torrente posto appena 2 metri oltre il green. Mi ricordo di aver giocato un ferro 8, leggero e davvero bello come esecuzione e precisione, volava dritto alla bandiera. Non ho visto subito la palla che entrava, era mattina presto e la luce del sole confondeva un po’ la visuale. Non ero in gara, ma in compagnia di un paio di amici.

Buca nr 2, Golf Club Cervino, par 3 mt 116

Questa buca è invece ancora esistente e spesso viene scambiata per un buca banale da chi non conosce bene il percorso, errore spesso fatale, il doppio bogey è sempre in agguato. Non ci son bunkers o ostacoli d’acqua ma una decisa scarpata sulla destra del green riceve tutti i colpi poco precisi o dal rimbalzo poco fortunato. La buca è spesso da giocare con un deciso vento contro che rende la scelta del ferro ed il colpo da giocare più impegnativo. Stavo facendo un match-play del campionato sociale del circolo. Asta lunga a destra, la posizione più difficile. A dire il vero il colpo dal tee, con un pitching wedge, non è stato dei migliori, evidentemente corto ed anche troppo a destra, zona nella quale il rimbalzo è sempre stato verso destra e quindi giù nella scarpata. Invece questa volta la mia palla batte appena fuori green, balza in avanti e si mette a rotolare verso la buca disegnando una leggera curva verso destra. Oltre 15 metri di rotolo e la palla cade dentro la buca. In questo caso il mix di bravura e fortuna è decisamente a favore della seconda, è stato bello potersi gustare tutto il tragitto della palla… per me, un po’ meno per il mio avversario 😛

Buca nr 8 percorso giallo, Golf Club Tolcinasco, par 3 mt 150 circa

A dire il vero questa non è una vera buca in uno ma mi piace considerarla tale. Stavo giocando i Campionati Regionali per il mio circolo, Il GC Vigevano, e quella era la mia 17° buca, lo score era abbastanza buono anche date le condizioni del tempo pessime a causa di un forte vento. A quella buca il vento era a favore e sul tee ricordo bene la mia indecisione tra il giocare un mezzo colpo basso con il ferro 7 o giocare un ferro 8 pieno facendomi guidare dal vento. Era un periodo di sperimentazioni stilistiche e strategiche per cui optai per un mezzo colpo con il ferro 7, che con tutto il lago davanti al green ed il vento a favore… pessima scelta, il colpo assomigliava più ad un feroce top bassissimo che avrebbe potuto vincere il campionato mondiale di saltelli sul lago prima di cozzare contro la sponda di legno del green. Delusione ed amarezza, aspetto che giochino i miei compagni di gioco e decido di giocare il 3° colpo nuovamente dal tee, senza usare il tee, butto la palla per terra, prendo il ferro 8 e tiro un colpo senza badare minimamente alla preparazione del colpo o alla mira. Colpo perfetto, batte 2 mt prima della buca e va dentro. Il risultato quindi è un par e non una vera e propria hole in one, ma mi piace ricordarla come tale per la meccanica del colpo. Questo episodio lo tengo anche a mente per ricordarmi di come il Golf riesca a farti capire quando fai le scelte giuste e quando segui quelle sbagliate.

Buca nr 9, GC Sanremo, par 3 mt 80 circa

Con il campo di Sanremo ho un rapporto di amore-odio come se fosse una storica fidanzata. Più odio che amore a dire il vero, ma per colpa dei miei colpi storti e dei maledetti pini marittimi o delle sponde scoscese di alcune buche. La buca nr 9 è un cortissimo par 3, ma anche in questo caso ho visto fior di professionisti fare ben più del doppio bogey. Il green ha molta pendenza e visto che si gioca un bastone con molto loft è difficile dosare la forza ed il backspin che la palla prenderà. Stavo giocando una gara a coppie con mio padre, un bel sand wedge che pare dritto all’asta, posta lunga in green. La palla batte vicino alla buca e sparisce facendoci pensare “avrà rimbalzato lunga e sarà finita dietro il green”, cosa che succedeva molto di frequente ed era l’equivalente di “metti una X e vai alla 10° buca”. Invece la palla è finita in buca col secondo rimbalzo, un ottimo colpo che ci ha portati alla vittoria della gara.

Da professionista

Buca nr 14, GC Sanremo, par 3 mt 210

Bellissima e difficilissima buca con partenza dall’alto e green molto ben difeso e raggiungibile solo di volo. All’epoca, nei miei primissimi anni da pro, avevo ancora in sacca il ferro nr 1, un’arma che oggi non esiste più e che nessuno porta in sacca. Giocando fuori gara, da solo ed in pieno allenamento, mi sono trovato davanti una coppia di giocatori attempati che dopo aver tirato dal tee e percorso mezza buca mi fanno cenno di tirare. A quel tempo la buca l’affrontavo con un ferro 1, impugnato corto, e giocato a tagliare con un po’ di fade, effetto da sinistra verso destra. Il colpo è perfetto, la palla batte 1 mt prima della buca e si infila tranquilla e serena come se fosse a cosa più normale del mondo. Scendendo dal tee i due giocatori che mi avevano dato il passo mi chiesero se avevo tirato bene ed io con un mezzo ghigno risposi “beh si direi di si, ho fatto hole in one”… ricordo lo stupore di uno dei due che mi rispose “fermo!!! Non toccare la palla che la voglio vedere non ho mai visto una buca in 1 in vita mia!!!” così si è messo a correre verso il green per andare a vedere la mia palla dentro la buca. Ad oggi ancora non so se per vera ammirazione o semplicemente per verificare che non avessi raccontato una bufala.

Buca nr 2 del percorso giallo, GC Asolo, par 3 mt 175

Giro di prova prima del Campionato di Doppio della PGAI. Giocavo in coppia con il mio compagno di merende di allora, Pietro Mongini, ma non ricordo con chi stessimo provando il campo. Era comunque un periodo di gare per me e stavo giocando abbastanza bene, in più lo sponsor principale della gara era legato alla proprietà del circolo nel quale sia io che Pietro insegnavamo a Salice Terme, quindi ci tenevamo moltissimo a fare bene. Un bel ferro 5, leggermente a sinistra dell’asta, un buon rimbalzo e la palla finisce in buca. La mia esultanza è stata ben presto smorzata da Pietro che ha subito visto un presagio poco favorevole dicendo “ecco potevi farla domani in gara no?”. Sarà stato profeticamente gufante, infatti il giorno dopo in gara in quattro palle abbiamo segnato addirittura un bogey!

Sto ancora aspettando la 7° hole in one della mia carriera, ogni momento potrebbe essere quello buono, visto che spesso, come le belle cose della vita, arriva quando meno te la aspetti.

E voi? Avete mai fatto buca in un solo colpo?

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