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]]>Donald Trump ne ha tirata fuori un’altra delle sue: il magnate americano sta considerando l’ipotesi di destinare una buona zona del suo circolo di Golf ossia il Trump National Golf Club Bedminster a area di sepoltura. Secondo il progetto di Trump e a quanto raccontato dal suo consulente Ed Russo, un’area di 6000 metri quadrati della struttura saranno disponibili come cimitero per Donald Trump stesso e per la propria famiglia oltre che per ex-campioni e per le celebrità del circolo esclusivo.
Il Trump National Golf Club Bedminster è un esclusivo circolo di golf situato nella zona a Nord del New Jersey, un course prestigioso, vicino alla cittadina di Bedminster frequentato da diverse celebrità e star oltre che dallo stesso Donald Trump e dalla propria famiglia. E così, forse per rimanere per tutta la vita vicino a una delle sue passioni più forti, si farà seppellire proprio a “bordo campo”.
Manca però l’autorizzazione dello stato del New Jersey visto che di progetti folli Donald Trump ne ha pensati molti e una buona parte li ha anche messi in pratica grazie all’enorme budget a disposizione. Tuttavia per obiettivi come questo è più difficile, dato che deve necessariamente passare dall’avallo dello stato e del comune di Bedminster. Fatto questo, si potrà passare davvero l’eternità nel golf.
Sally Rubin, del consiglio municipale ha affermato: “Se vuole un mausoleo e lo vuole fare lui stesso e vuole costruirlo nel suo campo da golf non ho nessun problema a proposito. E’ una proprietà gigantesca e abbiamo una grande flessibilità qiu, ma non voglio una strada rurale scenica nella nostra comunità“. Il terreno del campo occupa 516 acri ed è localizzato in un’area con architettura molto particolare, dunque l’eventuale cimitero dovrà seguire un piano prestabilito. “Non è Atlantic City in nessun modo né forma“, ha precisato Ed Russo.
Il progetto, nel frattempo, è già fatto con una quota di ben 200.000 dollari per essere sepolti nel campo e una tassa annuale di 20.000 dollari. A quanto pare saranno ammessi 500 posti, con l’unica richiesta di non lasciar niente visibile dalla strada adiacente.
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]]>E così il 70esimo Open d’Italia se ne va al francese Julien Quesne ha vinto con 276 colpi (70 68 71 67, -12) che ha il merito di riuscire a consegnare un buono score in un’ultima giornata davvero difficile a causa del beffardo rough e soprattutto dei difficilissimi green del percorso Blu del Torino Golf Club. Il campo ha mietuto tante vittime a partire da Francesco Molinari e Matteo Manassero che entrambi hanno calato la propria posizione a causa rispettivamente di un 75 e di un 76 finale per un percorso in 281 colpi (68 67 71 75, -7) e 285 (70 70 69 76, -3). Applausi per il 16enne Renato Paratore che – pur avendo ceduto anche lui nel finale – ha dimostrato classe e talento, chiudendo in 38esima posizione con 284 (72 66 71 75).
Open d’Italia 2013 la vigilia
L’Open d’Italia 2013 parte oggi 19 settembre sempre a due passi da Torino ma non sul campo del Royal Park I Roveri quanto quelli attigui del Circolo Golf Torino – La Mandria ossia la casa dei fratelli Francesco e Edoardo Molinari. Lo ha comunicato la Federazione Italiana Golf al termine dell’ultima riunione ufficiale. L’appuntamento è stato fissato per il weekend dal 19 al 22 settembre 2013 e ovviamente sarà tappa dell’European Tour 2013. Un nuovo cambio di campo proprio in occasione della 70esima edizione del più importante torneo italiano di golf, che prima dei Roveri si giocava a Milano a Tolcinasco. Qui sopra un’immagine del campo.
Lo scorso anno (2012) la sfida di golf più importante in Italia era terminata con la vittoria del già precedentemente campione, lo spagnolo Fernandez Castano, il prossimo anno (2013) ci si sposterà meno di un chilometro dal Royal Park I Roveri al Circolo Golf Torino – La Mandria, situato sempre nel rigoglioso parco a poca distanza dal capoluogo torinese, ma in un’altra struttura. Chi ha avuto la possibilità di giocare in uno o nell’altro campo se ne sarà accorto subito: i due circoli sono adiacenti, con alcuni punti di contatto e scorci “incrociati” da uno all’altro.
Rimane dunque a Torino il più prestigioso e importante torneo italiano di golf, il secondo appuntamento dell’European Tour nel nostro paese dopo l’affascinante Sicilian Open che si gioca appunto in Sicilia in Primavera. L’edizione 70 (la prima si è tenuta a Stresa nel 1925) si giocherà dal 19 al 22 settembre prossimo sul campo dove sono cresciuti e sono ancora testimonial i due fratelli Edoardo e Francesco Molinari. La decisione è uscita dalla riunione che ha inoltre definito il nuovo Consiglio della Federazione Italiana Golf, a Roma il 5 e 6 dicembre sotto la presidenza di Franco Chimenti.
In occasione della riunione del nuovo Consiglio è stato appunto rinnovato l’organigramma interno che ha affidato la responsabilità per i Rapporti Internazionali a Franco Chimenti, Antonio Bozzi e Paolo Risso, della Comunicazione a Franco Chimenti, Antonio Bulgheroni e Filippo Sassoli, dei Rapporti Enti Locali a Paolo Casati, Gianni Collini e Paolo Risso, per il Decentramento: Riccardo Pisa e Andrea Pischiutta. Inoltre ha definito i Referenti Regionali: Piemonte e Valle d’Aosta, Marco Durante; Lombardia, Antonio Bozzi; Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trento e Bolzano, Paolo Casati; Emilia Romagna e Marche, Celso Lombardini; Toscana, Gianni Collini; Lazio e Umbria, Andrea Pischiutta; Liguria, Sud e Isole, Paolo Risso.
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]]>A Grotte Santo Stefano in provincia di Viterbo è stato inaugurato uno dei campi da golf più interessanti degli ultimi mesi in Italia. Nasce presso l’agriturismo il Casaletto da cui prende anche il nome e segue alla lettera le indicazioni della società neozelandese New Golf Company, che aiuta a realizzare campi che rispettino (meglio) la natura, più di quanto riescano a fare le normali strutture. Qui sopra una mappa delle nove buche che compongono il percorso e che offrono un costo piuttosto accessibile, così da aprirsi a una grande fetta di possibili giocatori di tutte le età, handicap e esperienza.
Localizzato presso Grotte Santo Stefano, a poca distanza dalla città laziale di Viterbo, quello dell’agriturismo di Casaletto è il primo campo da golf pubblico ed ecologico, che è stato appositamente progettato seguendo le indicazioni della New Golf Company, ossia la società della Nuova Zelanda, che promuove il nostro sport cercando di rivestirlo di nuova valenza sociale, economica e ambientale, per cercare di rispettare maggiormente la natura e il territorio e soprattutto per abbracciare il maggior pubblico possibile.
Quello di Casaletto pensa infatti ad aprire le proprie porte non solo ai giocatori dotati di handicap, ma anche a tutte le persone che vogliono provare lo sport dunque sia i golfisti veri e propri sia i più piccoli, dilettanti e esordienti, giocatori più maturi e di una certa età oppure bambini che per la prima volta calcano i green. I costi di ingresso sono per tutte le tasche, come per un biglietto del cinema si dice. Ma soprattutto, questo campo pensa all’ecologia e al rispetto della natura grazie all’uso di semi miscelati appositamente.
il manto erboso risulterà così più naturale e non richiederà l’uso eccessivo di fertilizzanti e di un’irrigazione massiccia. Sono state preparate nove buche, serviranno circa due ore per completare il percorso che prevede anche suggestivi trasferimenti da buche a buche immersi nella natura come ad esempio in un noccioleto. Sul posto sarà possibile anche noleggiare l’attrezzatura. Una bella idea che cerca di conciliare ecologia e golf, due mondi spesso in contrasto.
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]]>Cuba e Golf sono due mondi non così lontani, anche se a lungo tempo si è inteso questo sport come troppo capitalista e troppo poco proletario. Tuttavia oggi Cuba sopravvive soprattutto grazie al turismo e le vacanze-golf sono un’offerta gettonatissima dai turisti stranieri, che invadono regolarmente l’isola per godersi mare e spiagge ma anche per le escursioni e per tanto sport. Per imparare da veri maestri del settore, il Ministro del turismo Manuel Marrero è andato a lezione in Spagna presso il Lumine Golf di Tarragona. Si punta al traguardo dei 3 milioni di turisti all’anno.
Cuba offre uno dei più spettacolari mari del Golfo del Messico a un prezzo ormai abbastanza accessibile e a tanti collegamenti aerei da tutto il mondo. Ma non solo, anche se per alcuni il periodo non è il migliore per parlarne, le rotte delle grandi navi da crociera – come la Braemer della Fred Olsen Cruise Lines – incrociano e raggiungono l’isola facendo sbarcare centinaia di migliaia di turisti ogni anno. Nel 2011 sono giunti 2.7 visitatori.
Nel 2012 si punta alla cifra tonda dei 3 milioni e il ministro del turismo cubano, Manuel Marrero, ha messo il golf in cima alla lista degli investimenti come ideale promozione e vetrina per portare soprattutto i turisti-sportivi, il cui numero è in costante aumento. E quale migliore esempio di questo connubio se non quello del resort madrileno di Lumine Golf di Tarragona?
Prendendo come modello quello spagnolo, si cercherà di ricreare sull’isola la stessa atmosfera di lusso, di servizi e di offerta commerciale con grandi centri e appartamenti di classe. Si dovrebbero costruire fino a otto nuovi campi da golf in tutto il paese. Come il Lumine, il nuovo campo sarà circondato da centri commerciali e appartamenti di lusso. Ma il ministro punta a costruire almeno otto campi da golf oltre a quelli già esistenti. Al momento sono due i circoli più famosi e frequentati ossia l’ Havana Golf Club / Club de Golf Habana e il Varadero Golf Club.
L’Havana Golf Club è l’unico campo della capitale con 9 buche dal par 35, molto facile con ampi fairways e dunque ideale per giocatori di qualsiasi handicap. E’ a soli 5 minuti dall’aeroporto internazionale e a 10 minuti dalla città. Ben più pittoresco, storico e suggestivo il Varadero Golf Club con il mare sullo sfondo a rendere ancora più spettacolare lo scenario. Si trova nella Hicacos Peninsula ed è circondato da splendide ville e appartamenti. E’ a 8km da Varadero.
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]]>The post Il campo Golf Des Iles Borromées sul Lago Maggiore appeared first on Tshot.
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]]>The post Migliori campi da Golf italiani: Royal Park di Torino al primo posto appeared first on Tshot.
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]]>The post Circoli di Golf: come sono organizzati? appeared first on Tshot.
]]>Ormai gioco a golf da circa 25 anni e vi posso assicurare che quando iniziai, nel mezzo degli anni 80, la situazione in Italia era diversa da quella odierna. Vorrei raccontarvi il mio punto di vista sul golf di allora, in particolare lato circoli, visto che potrebbe essere un buon punto di partenza per comprendere alcune situazioni di oggi.
Negli anni 80 il golf in Italia era sicuramente uno sport d’elite, pochi circoli, quasi tutti celati alla vista della gente e poco pubblicizzati. Io ho iniziato non perchè figlio di golfisti, ma come caddie, infatti portavo le sacche in estate al circolo di Cervinia, dove trascorrevo le vacanze. Poi la passione sbocciò e fui in grado di assecondarla anche grazie all’Avv. Beninato, allora presidente del circolo che mi permise di fatto di giocare a gratis. Viceversa mio padre non mi avrebbe iscritto e probabilmente io non sarei quindi qui ad annoiarvi con i miei post. 😛
Ma tornando alla mia fotografia dei circoli di quegli anni posso dirvi che la stragrande maggioranza sorse con una struttura doppia:
Nella maggior parte dei casi per farsi socio in un circolo di golf era necessario essere azionisti dell’immobiliare e poi pagare una quota annuale per essere soci di quella sportiva. Ecco perchè era un gioco d’elite, i costi annuali alti, ma soprattutto dover impegnare milioni di vecchie lire solo per poter aver diritto ad associarsi. Fate conto che in noto circolo di Milano, del quale non farò il nome, per poter giocare un adulto doveva avere quote azionarie per circa 25 milioni. Ora le stesse quote valgono…. nulla.
Ma il vero problema di quegli anni era la direzione di un circolo. Essendo costruiti su “associazioni” di persone spesso e volentieri alla guida di un circolo c’era un gruppo di soci, che non avevano competenze specifiche, non avevano sufficiente tempo e spesso neanche voglia di mettersi a curare gli interessi del circolo. Immaginate in questo clima quanto potesse esser difficile promuovere il golf. Nei consigli direttivi gli argomenti più importanti rischiavano di essere il colore delle tovaglie del ristorante o come impedire che un tizio riuscisse a vincere altre gare. I segretari dei circoli, quelli competenti e volenterosi, nulla potevano contro un consiglio al quale spettava comunque la decisione finale.
La situazione descritta sopra è generica, senza nulla togliere a quei pochi casi isolati gestiti con professionalità ed interesse.
Poi per fortuna le cose iniziarono a cambiare, in modo a volte spontaneo, forse anche “grazie” alla crisi. Infatti alcuni iniziarono a vedere il golf come un’impresa nella quale dover fare investimenti oculati e soprattutto iniziando a mettere i circoli nelle mani di professionisti con competenze specifiche. La crisi, come dicevo, ha fatto sentire la mancanza di soci e quindi di entrate sicure per i circoli, obbligandoli a cercare di avere un gettito più elevato da altre voci, vedi i green-fee.
A mio avviso il vero problema del golf in Italia sono appunto i circoli, troppi rispetto al numero di golfisti e soprattutto tutti posizionati più o meno nello stesso settore, senza che ci sia una reale differenziazione di offerta. Noi abbiamo solo circoli che “vorrebbero” essere privati e sono organizzati come tali, manchiamo invece di circoli pubblici o anche solo di circoli impresa. Sono queste ultime 2 categorie che a mio avviso potrebbero dare una svolta alla crescita del golf. I circoli di oggi sono tutti dal medio bello al bellissimo, come strutture, vedi club house, e come manutenzione campo. Questo fa si che i costi di manutenzione sia per forza di cose alti e non potente riempire il golf con 500 o più persone al giorno non vi è modo di ammortizzare i costi ed offrire i propri servizi a prezzi diversi da quelli di oggi.
La soluzione potrebbe essere quella di costruire campi con meno pretese di movimenti e di tappeto erboso che possano rendere la struttura meno costosa da mantenere e quindi che possa offrire green-fee ed abbonamenti a prezzi inferiori.
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