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]]>Il colpo da golf con il driver dal tee di partenza della buca è sempre stato uno dei colpi più problematici per i golfisti di medio-alto handicap ed a volte non solo, anche i più grandi campioni rischiano di fallire in momenti cruciali. Negli ultimi 15 anni i progressi tecnologici hanno fatto davvero molto in questo settore e molte delle innovazioni introdotte hanno trovato la loro maggiore applicazione proprio nei driver. In questo articolo vorrei ricordarvi alcuni elementi essenziali sulla parte tecnica dello swing con il driver, come anche qualche suggerimento di pronto utilizzo per allenarvi sia in campo pratica che sul percorso.
E’ importante per affrontare al meglio il discorso conoscere le caratteristiche più importanti del driver:
Consigli per gli acquisti
Di sicuro il consiglio migliore che posso darvi è quello di partecipare ad una sessione di club fitting, meglio se all’aperto piuttosto che al simulatore. Se invece non ne avete l’occasione cercate di provare in campo pratica o meglio sul percorso, i driver candidati all’acquisto magari anche confrontandoli con quello al momento in vostro possesso. Se neanche così potete allora la scelta di un driver aggiustabile è ancora più sensata in quanto permette di essere tarato, anche in un secondo momento, sulle vostre effettive esigenze.
Lo swing da golf con il driver
Il punto essenziale dello swing con il driver è sicuramente il piano su cui viene fatto lo swing stesso, che deve essere abbastanza flat, ovvero inclinato orizzontalmente. Ciò è semplicemente dovuto al fatto che il driver è un bastone con la leva molto lunga e che quindi ci pone lontani dalla palla.
Un altro punto essenziale dello swing con il driver riguarda l’impatto e l’angolo d’attacco che deve essere leggermente ascendente. In poche parole il concetto del colpo con il driver è giocare una palla che è più in alto del terreno, infatti viene messa sul tee, con un bastone che ha poco loft: questa combinazione è l’ideale per generare un volo di palla per fare molta distanza.
Gli errori principali:
Allenamento in campo pratica
Per allenamento intendo quello che serve per aumentare la vostra regolarità e la capacità di controllo sul colpo. Un allenamento tecnico invece è soggetto a quanto scritto sopra per i difetti dello swing o ad un lavoro più dettagliato e programmato con il vostro maestro.
Fate in modo di porvi degli obiettivi anche nella serie di colpi col il driver in campo pratica, mirate un bersaglio piccolo, oppure cercate di simulare di dover tirare entro un piccolo fairway che può essere rappresentato dallo specchio di campo pratica tra il cartello dei 100 e la rete di destra e così via… insomma cercate di mettervi in sfida con voi stessi per valutare la percentuale di colpi “in pista” e per mettervi alla prova anche dal punto di vista mentale.
Allenamento in campo
Giocate più volte le stesse buche, magari sceglietene 2/3 significative del vostro percorso abituale e ripetetele più volte cercando ogni volta di essere precisi nel determinare il bersaglio, scegliendone uno piccolo, per esempio una particolare zona del fairway, una collinetta e così via, insomma mirare al centro fairway non basta è un obiettivo troppo grosso.
Allenatevi anche ad affrontare la buca cercando di dare alla palla traiettorie diverse, per esempio un colpo con il fade da sinistra a destra o viceversa col il draw da destra a sinistra.
In gara
In gara è molto importante affidarsi alla visualizzazione della traiettoria che vorremmo prendesse la nostra palla. Anche qui è bene scegliere un bersaglio piccolo e non il semplice “centro fairway“.
Un piccolo trucco nelle situazioni ad alta carica emotiva è quello di prendere come punto di riferimento qualcosa sullo sfondo del paesaggio che abbia quindi meno legami con eventuali ostacoli presenti, in modo da escluderli dal nostro campo visivo, una casa sulla collina, un campanile o un traliccio della corrente possono andar bene.
Riassumendo i punti essenziali per il gioco con il driver:
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]]>Dovreste stabilire il primo giorno utile di allenamento, cercando di essere realistici, ovvero non segnate giorni in cui non siete ancora sicuri di essere disponibili a riprendere a giocare. Diciamo che se dovessi farlo io segnerei come data oggi (9 gennaio), giorno in cui tutto più o meno torna alla normalità.
Successivamente serve sapere quando finisce il programma, ovvero la data in cui andrete a tirare le somme verificando il raggiungimento degli obiettivi che definiremo nel 2° passo.
E’ bene anche dividere il periodo ottenuto in 2, il primo è quello dove avrete più tempo per gli interventi tecnici e fisici, il secondo è quello dove sarete più coinvolti nelle gare etc…
esempio:
Per i più credo che sarà questione di abbassare l’handicap, oppure per i neo-golfisti di passare esame di regole, caccia all’handicap etc… cercate di essere realistici, non ponetevi obiettivi chiaramente irraggiungibili tipo scendere di 5 colpi di hcp sapendo che farete 2-3 gare e basta nel periodo!
Non siate neanche però troppo timidi e conservativi, infatti serve comunque che gli obiettivi preposti siano di stimolo a seguire il programma e ad impegnarvi seriamente… vi sarete già accorti che nel golf serve impegno e serietà no? 😛
In questa fase un aiuto dal vostro maestro può essere molto utile, in quanto assieme a lui potrete capire meglio che prospettive ci siano
Che il golf sia molto complesso come gioco l’avrete capito, ma diciamo che un aspetto spesso sottovalutato è quello dell’allenamento fisico. Cercate, nel primo periodo, di ritagliare un pò di tempo per migliorare fisicamente in funzione di quanto avete visto nella stagione precedente.
esempi:
Per tutto quanto scritto sopra meglio comunque consultare un esperto di fitness, spiegategli cos’è il golf, o meglio cercate qualcuno che già lo pratica! e mi raccomando non dimenticate di spiegargli il vostro programma gli servirà per definire meglio tempi ed impegni.
L’altro mezzo per raggiungere gli obiettivi è l’allenamento tecnico specifico per il golf.
Sarebbe il caso di partire potendo analizzare il vostro rendimento nella passata stagione, magari interpretando le vostre statistiche (che insisto nel dire siano fondamentali). se però non vi siete mai presi la briga di segnarle, potreste affidarvi al vostro maestro, cercando però di guidare voi.
Mi spiego meglio.
Per un maestro a volte è difficile indovinare quelli che sono gli obiettivi di un allievo, per evitare inutili malintesi sarebbe meglio che spiegaste al maestro esattamente che cosa vi aspettate da lui e dalle vostre lezioni e quali siano gli obiettivi che volete raggiungere entro quale data.
Nella 1° fase dovreste dividere il periodo in 2 ulteriori step. nel primo c’è posto per i grossi interventi sullo swing, quelli che sono da fare prettamente in campo pratica e che vi obbligano a pensare molto allo swing. Non preoccupatevi se in questo momento la resa dei vostri colpi peggiora, anche sensibilmente. Nel secondo step invece dovrete cercare di “ricomporre” lo swing rendendolo un movimento unico, fluido, ritmato e mecccanico (nel senso dell’automatismo). Nel secondo step dovrete anche lavorare sulla routine, cioè sulla preparazione di ogni singolo colpo che giocherete in campo, fate in modo che la routine sia sempre costante e che vi aiuti a togliere “peso” all’esecuzione dei colpi in modo che sia un valido sostegno in campo per i colpi sotto pressione. Su routine e “riassemblaggio” swing è opportuno lavorare anche in campo, fuori gara, senza però, per il momento contare lo score.
Quanto potete giocare? quante volte in settimana o nel week-end potete allenarvi? Ovviamente dovete contare anche l’allenamento fisico del 3° passo. Siate obiettivi, inutile programmare molteplici sedute alla settimana se storicamente non riuscite a giocare più di 2-3 volte week-end compresi.
Analizzando questa vostra disponibilità riuscirete anche meglio a definire obiettivi e compiti, infatti se giocate poco, purtroppo, non potete pretendere di rivoluzionare il vostro swing o il vostro gioco!
Tante belle parole vero? scriviamole!
Calendario alla mano, segnate i giorni (nel periodo stabilito) nei quali sarete vi allenerete ed addirittura giorno per giorno segnate anche i dettagli di cosa dovrete fare, per esempio per evitare di ripetere un allenamento sul drive quando era ora di farne uno sul gioco corto… 😛
Anche qui l’aiuto del vostro maestro potrebbe essere molto utile, infatti tali schemi lui dovrebbe già averli in testa!
Vi riassumo il tutto facendo un esempio pratico:
inizio 13 gennaio
dal 13 gennaio all’11 febbraio:
dal 12 febbraio al 18 marzo:
dal 19 marzo al 30 giugno:
Obiettivi: dato il periodo e la frequenza di allenamenti Antonio potrebbe porsi come obiettivo di raggiungere al 30 giugno il 14 di hcp. Non solo come diminuzione di colpi di hcp, ma proprio come standard, ovvero mantenere e giocare e stabilmente “solo” 14 colpi in più del par. Il 14 di hcp (anche in qs esempio) non è un numero pescato a caso, ma è il frutto di questo ragionamento:
“se gioco mediamente 18 con molti drive fuori pista e con scarso recupero attorno al green, basta che io riesca a tirare 2-3 colpi in più in fairway dal tee e che riesca a fare approccio e putt 3-4 volte su 10.”
E così via fino alla stesura del vostro calendario personale di allenamento.
Spero di avervi fatto venire la voglia di progettare i miglioramenti del vostro golf per il 2012! Se avete bisogno di suggerimenti o maggiori spiegazioni su vostri casi specifici potete postare qui sul nostro forum!
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]]>The post Lezioni Golf: come tirare un colpo più lungo del normale appeared first on Tshot.
]]>Capita a volte di voler tirare un colpo da golf più potente del normale, per esempio un driver dal tee quando c’è una buca lunga e particolarmente aperta, oppure quando si ha il vento a favore e si vuole massimizzarne il vantaggio oppure ancora quando la distanza da fare è a metà tra un ferro ed il successivo e si opta per giocare il ferro più corto dei due. Come fare? Quali sono le cose che invece vanno evitate?
Una della più straordinarie abilità di Tiger Woods, secondo quanto scritto nell’ultimo libro di Hank Haney, sta nella capacità di giocare colpi in grado di fare molta più strada di quanto normalmente facciano con lo swing di regime.
Sicuramente potrebbe essere molto utile saper fare, occasionalmente, un colpo con qualche metro in più e forse non è una cosa così complicata o al di fuori della portata di tutti o quasi.
Fate attenzione però, non cercare di seguire i consigli che tra poco vi elencherò con OGNI colpo, infatti non dimentichiamo che il golf è un mix di precisione e potenza e quindi il vostro swing non può slegarsi dalla necessità di essere preciso e ripetitivo, motivo per cui cercare una volta ogni tanto, ed in particolari occasioni, un colpo più potente si può fare, basta che non diventi una ricerca costante.
Visto che tutti, prima o dopo, abbiamo cercato il colpo da “hulk” credo sia meglio partire dalle cose da NON fare e che sono spesso in realtà controproducenti:
Cosa, quindi, dovreste cercare di fare per ottenere un colpo da golf più potente del solito:
Sperimentate un po’ di volte in campo pratica questi consigli prima di provarli anche in campo. Sappiate che ogni colpo giocato “sopra le righe”, cioè al di sopra del vostro swing di regime, è di fatto un colpo a rischio, quindi calcolate bene i rischi e di vantaggi nella scelta strategica che andrete a fare.
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]]>The post Lezioni di golf: waggle e relax in posizione di partenza appeared first on Tshot.
]]>La posizione di partenza del golf, quella da assumere davanti alla palla, è la base sulla quale costruire uno swing solido, colpi precisi e di conseguenza uno score di tutto rispetto. Il setup, come viene anche chiamata la posizione, non è però solo una figura geometrica nella quale le linee e gli angoli sono gli unici elementi importanti. Anche il comfort e la tensione muscolare sono fattori determinanti, anche perché si associano alla componente mentale del gioco che come ben sappiamo è determinante.
Elementi fondamentali della posizione di partenza
Principali errori
Cos’è il Waggle?
Con il termine waggle si intendono una serie di movimenti, per lo più di oscillazione, con cui il giocatore si rilassa prima di iniziare lo swing. C’è chi lo fa in modo accentuato, per esempio Sergio Garcia, o chi invece lo accenna appena, vedi magari Tiger Woods. C’è chi fa waggle con il corpo o con le gambe e chi invece usa solo il bastone. È quindi un movimento che può e deve essere personalizzato sulle proprie preferenze e sensazioni, con lo scopo di allentare la tensione prima di iniziare lo swing.
Tensione muscolare
Un’immagine che penso possa aiutarvi è quella del corridore ai blocchi di partenza, fermo ma pronto allo scatto. Per riuscire ad avere la reattività necessaria ad eseguire uno swing esplosivo e di potenza dovrete imparare ad avere la giusta tensione in ogni parte del corpo. Le gambe ed i muscoli posturali vi sorreggono e le braccia e le spalle devono solo sostenere il bastone che in fin dei conti non pesa così tanto, quindi non è necessaria tutta quella forza nel grip.
Suggerimenti con il driver
A proposito della forza con la quale si stringe il grip ci sono molte metafore da usare per rendervi il concetto e di sicuro il vostro maestro ve ne avrà citate un paio. Provate anche a partire con il bastone leggermente sollevato da terra, magari iniziate con il driver. Questo dovrebbe aiutarvi ad allentare la tensione di mani e avambracci con la conseguenza di permettervi di avere uno stacco del bastone più smooth (liscio ed armonioso).
Pratica
Fate un po’ di esperimenti in base ai consigli letti sopra, in campo pratica e poi in campo fuori gara prima di portare tutto ciò che di positivo troverete nella vostra routine da gara.
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]]>The post Sacca da golf: legni, ibridi e ferri appeared first on Tshot.
]]>L’offerta di bastoni da golf diventa ogni giorno sempre più ricca e variegata. Ci sono drivers, legni da fairways, ibridi e set di ferri, solo per parlare del gioco lungo, e non sempre è facile capire come comporre la propria sacca: quanti legni portare? Meglio gli ibridi o i ferri lunghi? Ecco alcuni punti di riferimento per scegliere in autonomia.
Prima di operare una scelta è necessario conoscere le caratteristiche fondamentali di ogni bastone e capire per quale scopo siano stati progettati. Ci sono ovviamente alcune differenze tra il bastone di un produttore e quello di un altro, ma in sostanza non cambia l’uso che si dovrebbe fare di un ibrido o di un legno non importa quale sia la marca.
Continua a leggere l’articolo “Legni, Ibridi e ferri: come scegliere cosa portare nella propria sacca da golf” su WebGolf.it
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]]>The post Prime sessioni di pratica: putting green appeared first on Tshot.
]]>Tra poco ci sarà forse il primo week-end con tempo e temperature davvero miti ed utili per poter giocare a golf. Molti di noi potranno quindi inaugurare la stagione 2012, magari anche solo con un pò di pratica o forse con qualche buca giocata. In questi primi appuntamenti lasciatevi il tempo di gustare il golf e di ritrovare il piacere del gioco, magari tirando qualche pallina senza troppi pensieri ed aspettative, ma poi iniziate a dare un senso ai vostri allenamenti, cercando di far rendere ogni minuto speso in campo pratica. Iniziate da subito ad allenarvi con il putt.
Le prime sessioni di pratica ad inizio di una nuova stagione golfistica sono molto importanti per diversi fattori. Ad esempio possono essere usate per iniziare un lavoro di cambiamento sul proprio swing o su una parte dei propri fondamentali, il momento è opportuno in quanto avendo fatto una pausa più o meno lunga possiamo constatare che molti dei feeling legati alla pratica regolare si sono persi e questo, da un certo punto di vista, è un aspetto positivo in quanto possiamo sperare di esserci tolti tutti quei difetti legati a sensazioni accumulate in giorni e giorni di golf, lasciandoci più spazio per una visione pulita e chiara di quello swing che vorremmo fare.
Lo stesso concetto si applica anche al gioco corto ed in particolare al putting, motivo in più per dedicarsi a questo settore del gioco fin dalle prime sedute di allenamento senza rimandare.
Non importa se le condizioni dei putting green sono ancora “primitive” a causa del freddo o della neve che solo da poco è andata via, non preoccupatevi: chi sa puttare bene lo sa fare su tutti i tipi di green. A tal proposito ricordo un aneddoto nel quale un compagno di trasferte dell’allora giovane Jack Nicklaus raccontava come in una settimana Jack dicesse “ah come adoro i green così lenti di questo campo sono i miei preferiti, quelli dove putto meglio…” per poi contraddirsi la settimana successiva, in un campo da green velocissimi “meno male che qui i green sono velocissimi sono quelli su cui mi trovo meglio…“.
Per riprendere con il putt iniziate con un allenamento prettamente di routine, nel senso di concentrarvi sulle impostazioni di partenza:
–posizione del corpo: magari è il caso di controllare che siate ben messi sulla palla, per esempio un riferimento potrebbe essere quello di avere la verticale degli occhi rispetto al terreno allineata con la palla. Siete sufficientemente piegati in avanti da poter far muovere le braccia a pendolo dalle spalle? Non piegatevi troppo però, al fine di evitare che la posizione sia scomoda
–posizione della palla: per creare il giusto rotolo di palla sarebbe meglio posizionarla leggermente oltre il centro del corpo per far si che la testa del bastone la vada ad impattare in salita accentuando così l’effetto di rotolo
–grip: fate molta attenzione non solo alla disposizione delle mani ma anche alla pressione, che se eccessiva riduce la passività delle mani compromettendo l’azione di pendolo delle spalle e quindi anche la sensibilità
–allineamento: fondamentale quello delle spalle, ma perchè non far si che tutto sia ben allineato? spalle, fianchi e piedi già che ci siamo, meglio avere una sola linea di riferimento e non molteplici
Aiutatevi disponendo a terra tutti i riferimenti che riuscite a trovare, dai bastoni alle comode e professionali stanghette, Tour Sticks.
Praticate senza che dobbiate curarvi di pendenza e forza, per il momento, quindi scegliete una buca in putting green che sia piatta, anzi addirittura meglio se in leggera salita e mettetevi a non più di 1mt o massimo 1,5mt.
Dal punto di vista del movimento sta a voi, in base alle vostre specifiche preferenze, valutare se prediligere un movimento molto meccanico, che quindi coinvolga l’uso delle spalle in primo piano e lasci le mani e le braccia in ruolo passivo, oppure se siete puttatori più di feeling prediligerete un uso maggiore di avambracci e mani. Una volta fatta la vostra scelta focalizzatevi sul ripetere il gesto sempre nello stesso modo, come ben saprete la regolarità è tutto e se il gesto dello swing, nel putt come nel gioco lungo, è sempre uguale sarà molto più semplice gestire la forza nei putt sul campo.
Buon allenamento!
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]]>The post Golf 2016: evitare i 3 putts appeared first on Tshot.
]]>Pensando alla nuova stagione golfistica, prossima al debutto, è bene progettare il proprio allenamento per far si che tutti gli sforzi siano redditizi. Porsi degli obiettivi è importante, in modo da rimanere focalizzati sul perseguimento di traguardi ben definiti ed evitare di disperdere le energie. E se il vostro obiettivo del 2012 fosse quello di eliminare i 3 putts?
Fare 3 putts è una delle cose che mi ha, da sempre, mandato più in bestia giocando a golf, perchè è un errore che è quasi sempre gratuito e non ha reali fondamenti di esistere. Non stiamo semplicemente parlando di non imbucare, ma di fare più di due semplici putt, cosa che in realtà è alla portata di tutti da praticamente qualunque distanza.
Anche perchè, e lo avrete notato, i 3 putts vengono fuori molto più spesso in situazioni “normali” piuttosto che quando il primo putt è da tirare da molto lontano o con una linea che ha pendenze estreme.
Continua a leggere l’articolo “Obiettivi golf 2012: eliminare i 3 putts” su WebGolf.it
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]]>The post La mira in un colpo da golf appeared first on Tshot.
]]>Prendere la mira prima di un colpa da golf è fondamentale, di conseguenza ci allineiamo, prendiamo posizione sulla palla ed eseguiamo lo swing. Quanti passaggi che ne sono quindi influenzati e che possono riuscire bene o male a seconda dell’aver preso i giusti riferimenti o meno.
Il processo di mira dovrebbe fare parte di una buona routine (leggi “La Routine nel Golf: a che serve?“) in quanto tutto ciò che segue, l’allineamento del giocatore, la sua posizione e perfino l’esecuzione dello swing ne sono fortemente condizionati.
Di solito consiglio ai miei allievi di usare lo stesso procedimento per prendere la mira per tutti i colpi, dal drive al colpo di approccio al putt. Dopo aver visualizzato il colpo desiderato (leggi “Psicologia e golf“) è necessario trovare qualche riferimento che possa aiutarci ad inquadrare la buca anche quando è molto distante.
La procedura dovrebbe essere questa:
E’ importante che i punti di riferimento scelti non siano troppo vicini alla palla, infatti se troppo vicini si rischia di avere poca precisione. E’ anche importante che non siano troppo lontani o meglio che sia possibile vederli nello stesso campo visivo assieme alla palla per evitare di dover spostare lo sguardo tra palla e riferimenti, rischiando così nuovamente di essere imprecisi
A proposito di bersaglio, sceglietene sempre uno piccolo e ben definito. Non basta scegliere la parte sinistra del green o il lato destro del fairway, dovete essere più precisi e dettagliati.
Spesso, dal tee, io mi sono trovato bene nello scegliere il bersaglio sullo sfondo e non sul terreno, per esempio una pianta in particolare dello sfondo della visuale della buca o una casa presente su una collina dietro il campo da golf e così via. Questo modo mi ha sempre dato l’impressione di rendermi più attento al colpo ed al focus sul bersaglio e meno distratto da eventuali paure legate a pericoli a margine del fairway. Provate magari ha lo stesso effetto anche per voi!
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]]>The post La Routine nel Golf: a che serve? appeared first on Tshot.
]]>Torno a parlarvi di una componente mentale del gioco del golf: la routine. Trovo che sia molto importante, a tutti i livelli, vediamo quali sono i punti essenziali e come potrebbero aiutare il vostro rendimento ed il vostro gioco.
Con il termine routine nel golf si intende l’insieme delle azioni e dei pensieri che precedono l’esecuzione del colpo. E’ molto facile osservare i giocatori dei tour e notare che eseguono sempre gli stessi gesti prima di eseguire un colpo.
A volte si vede anche che se disturbati re-iniziano tutto da capo, in alcuni casi addirittura rimettendo in sacca il bastone.
La routine è molto soggettiva, è infatti possibile personalizzarla al fine di adattarsi al proprio gioco o stato di forma. Si può utilizzare per ricordare 1-2 punti fondamentali dello swing, ciò è molto utile nel caso di debbano ancora assimilare per bene alcuni passaggi del movimento.
Dal punto di vista mentale la routine ha uno scopo molto importante, serve per togliere enfasi dall’esecuzione in sè dello swing, potreste appunto fare in modo che lo swing vero e proprio sia solo un passaggio della routine, abbassandone quindi l’importanza e di conseguenza la carica emotiva associata.
Nella routine trovano spazio pensieri positivi e di visualizzazione, fondamentali come scrivevo in questo articolo.
Quindi in pratica cosa dovrebbe succedere? Come affrontare ogni colpo? Vediamolo in questi 3 passaggi:
Un buon giocatore di golf non perde tempo, nonostante tutti i passaggi descritti sopra, infatti sono aspetti che dovrebbero trovare posto nel vostro allenamento al pari di altri. La routine dovrebbe essere lunga sempre nello stesso modo, dovrebbe durare sempre la stessa quantità di secondi (pochi, mi raccomando).
Ad esempio un buon mezzo per risparmiare tempo è procedere con analisi e progettazione mentre giocano i vostri compagni di gioco ed iniziare la routine quando effettivamente tocca a voi.
Si può ipotizzare che esistano più routine per ogni giocatore, io ad esempio ne ho 3 diverse, 1 per tutti i colpi pieni o di almeno 60-70 metri, 1 per gli approcci e le uscite dal bunker ed 1 per i putts.
Sono il frutto di allenamenti e posso dirvi che ne ho cambiate molte nel corso degli anni in funzione del momento e delle caratteristiche del mio gioco.
Per aiutarvi a capire ancora meglio provate ad osservare con attenzione la prossima volta che vi capita di vedere una gara di golf in tv, potreste per esempio accorgervi che Jimenez fa sempre quelle prove di swing continuando il movimento per più volte, oppure vedere che Edoardo Molinari fa un gesto con la mano sinistra adressandosi sulla palla e così via.
Attenzione non sono da imitare per forza di cose nei singoli gesti, ma sono da imitare per quanto riguarda la costanza e la ripetitività con la quale eseguono tali gesti.
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]]>The post Lo swing da golf [FOTO] appeared first on Tshot.
]]>Ho selezionato una serie di immagini che raffigurano alcune delle posizioni più importanti dello swing da golf. I soggetti sono quasi sempre dei campioni che non faticherete a riconoscere. Spero che queste immagini siano utili per ottenere uno spunto di riflessione su alcuni punti di controllo dello swing. Attenzione che non sempre tutte le posizioni sono da imitare solo così come si presentano, spesso infatti dietro alcune posture ci sono meccanismi e movimenti che richiedono una comprensione e visione dello swing in un’accezione più ampia.
Ecco i punti dello swing rappresentati nella foto-gallery:
–Grip: tutto inizia da una corretta posizione delle mani sul bastone da golf
–Setup: è la postura del corpo davanti alla palla. Lineare, semplice ed atletica sono gli aggettivi che preferisco per definirne le caratteristiche importanti
–Takeaway: è la prima fase dello swing da golf e consiste nello stacco del bastone dalla posizione di setup
–Backswing: è il caricamento prima del colpo. Anzi lo sapevate che per le Regole del Golf questa parte del movimento non è ancora intesa come “colpo“?
–Downswing: è l’insieme dei movimenti del corpo e del bastone in discesa sulla palla
–Impatto: è il momento cruciale di ogni swing, quello dove tutto si deve “incastrare” alla perfezione per ottenere il massimo dal punto di vista della precisione, del contatto e della potenza
–Follow-Through: è l’attraversamento della palla ed anche la serie di movimenti post-impatto
–Finish: la posizione finale che spesso indica se i passaggi precedenti dello swing siano stati eseguiti correttamente
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]]>The post Provare a giocare a golf con soli 39€? Si può fare. appeared first on Tshot.
]]>Non molti giorni fa ho scritto un articolo nel quale sottolineavo la quasi totale mancanza di presenza da parte dei miei colleghi maestri di golf nel mondo online, sia con un sito personale che a livello di presenza sui social media. Motivo per cui ogni volta che trovo un collega, anche amico come in questo caso, che ha voglia di mettersi in gioco per creare nuovi potenziali golfisti sono ben felice di dargli visibilità attraverso queste pagine. Oltretutto potrebbe interessare proprio anche a te, caro lettore, che ancora non hai preso il coraggio e l’iniziativa di prendere la prima lezione di golf.
L’iniziativa di Pietro Mongini, maestro PGAI, sarà valida a partire dal mese di ottobre e credo che possa interessare a tutti coloro che gravitano nelle zone di Milano e di Appiano Gentile.
Lo scopo di queste prime lezioni di avvicinamento al golf è quello di far provare tutti gli aspetti del gioco, infatti le 3 lezioni hanno il seguente programma:
–1° lezione: breve spiegazione sugli elementi fondamentali del gioco del golf, impugnatura e postura di partenza, primi swing
–2° lezione: introduzione al gioco corto, colpi d’approccio e putting
–3° lezione: gioco lungo, i fondamentali di uno swing
Alla fine della 3° lezione sarà rilasciato un attestato di partecipazione che permetterà all’allievo di usufruire di eventuali altre promozioni, per esempio relative al proseguimento delle lezioni.
Tutta l’attrezzatura necessaria allo svolgimento delle lezioni sarà messa a disposizone gratuita dal maestro Mongini. Le lezioni avranno la durata di 1H, massimo 3 partecipanti per lezione. Dato il programma delle lezioni le stesse sono riservate ai maggiori di 9 anni.
Le lezioni si svolgeranno presso le seguenti strutture:
–Campo Pratica San Siro Golf, Piazzale dello Sport 12, Milano: il martedì tutto il giorno ed il venerdì dalle 18 alle 21
–Pinetina Golf Club, Via al Golf 4, Appiano Gentile (CO): il lunedì, mercoledì, giovedì e sabato dalle 18 alle 21
Per maggiori informazioni potete contattare direttamente il maestro via mail a mongini19@gmail.com
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]]>The post Lezioni di golf: primi passi di un neofita appeared first on Tshot.
]]>Molte volte un curioso di golf, un appassionato, si lancia nell’avventura di iniziare a giocare a golf senza ovviamente aver ben presente le dinamiche del gioco intese come posture di movimento (e ci mancherebbe) ma senza neanche conoscere quei termini fondamentali che spesso scivolano dalla bocca del maestro e per le quali, per evitare figuracce, non si ha magari il coraggio di chiedere spiegazioni. Ecco il minimo indispensabile per affrontare le prime lezioni di golf.
Piccolo riassunto della parte burocratica legata al mondo del golf italiano:
-per provare ed iniziare a giocare a golf solitamente non serve nulla a parte il pagamento di quanto previsto dalla struttura ai fini dell’accesso, spesso nulla a volte pochi euro
-quando inizierete a giocare effettivamente in campo sarà necessario provvedere al tesseramento per la FIG, Federazione Italiana Golf, il costo è di 75€ per gli adulti e vale da gennaio a dicembre dell’anno in cui vi tesserate
-i passi successivi includono un “esame” di abilitazione al gioco sul campo ed un esame teorico sulle Regole del golf. Per maggiori informazioni leggete “Come iniziare a giocare a golf?”.
Alla prima lezione:
–grip: è sia il pezzo di gomma sul quale mettere le mani per reggere il bastone sia il modo in cui mettete le mani, che deve rispettare alcune regole che il maestro vi spiegherà
–stance: è la posizione dei piedi per tirare i colpi da golf
–setup: in generale indica la postura di tutto il corpo davanti alla palla prima di eseguire il movimento da golf
–swing: è il movimento da golf per colpire e lanciare la palla da golf
–tee: è un supporto che spesso nei campi pratica è fisso e di gomma ed esce dal tappetino di allenamento. Serve per metterci sopra la palla, spesso è utilizzato con i principianti per rendere il tiro più facile
–campo pratica o driving range: è il posto dove ci si allena o si prendono le prime lezioni
–backswing: è il pezzo di movimento che si fa per caricare prima di dare il colpo alla palla
–downswing: è il movimento che si fa con il bastone e con il corpo verso la palla prima dell’impatto
–finish: è il finale del movimento, anche se la palla è già partita è importante eseguire questa fase del movimento in modo corretto
–destro o mancino? Fa molta differenza sia in termini di setup,, grip e bastoni. I bastoni da destro consentono di stare davanti alla palla e lanciarla verso la vostra sinistra, mentre quelli da mancino vi faranno lanciare verso la vostra destra. I destri tengono la mano destra più bassa della sinistra sul grip e viceversa i mancini.
–putt o putter: è il nome di un bastone particolare che serve per far rotolare la palla in buca quando la palla è già sulla piazzola d’arrivo, chiamata green
–bunker: sono gli ostacoli di sabbia
–rough: indica una parte del percorso da golf dove l’erba è volutamente lasciata crescere più alta che in
–fairway: è la pista di una buca di golf, ovvero quella parte che è ben rasata e che quindi consente più facilmente il gioco dei colpi da golf
Direi che per il momento può bastare anche perché presentarvi alla prima lezione con più di un foglio stampato contenente queste indicazioni può distrarvi dal seguire con attenzione le indicazioni che il maestro vi darà!
Buona prima lezione!
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]]>Ieri sera mi sono gustato il finale del Deutsche Bank Championship, seconda prova del finale di stagione della Fed Ex Cup. Per chi non avesse familiarità con la FedEx Cup è una gara divisa tra “regular season” e “playoffs“, un pò come per molti altri sport americani. In sostanza nei playoffs il numero di giocatori viene continuamente diminuito fino al gran finale, dove potenzialmente ognuno dei 30 finalisti avrà la chance di vincere la Fed Ex Cup ed il suo premio di ben 10 milioni di dollari.
Ieri si è concluso il Deutsche Bank Championship, seconda prova dei playoffs, dopo la quale sono rimasti in gara solo 70 giocatori.
La vittoria è stata contesa fino all’ultimo green tra un trio composto da Rory McIlroy, Louis Oosthuizen e Tiger Woods.
A dire il vero Tiger ha bruciato malamente per proprie chances proprio negli ultimi 2 greens, infatti alla 17 ha mancato il birdie da molto vicino ed alla 18 ha mancato l’eagle da una posizione fattibile, se avesse invece realizzato entrambi i putts avrebbe totalizzato lo score necessario a portare il vincente allo spareggio.
Il vincente è stato Rory McIlroy, a quota -20, ma il finale non è stato esemplare, dal punto di vista del gioco, infatti sia Rory McIlroy che Louis Oosthuizen hanno fatto di tutto per cercare di non vincere.
Errori grossolani, della serie “anche i ricchi piangono“, evidentemente quando si è così sotto pressione anche campioni del loro calibro scollegano il cervello e si fanno prendere dalla paura.
Nel caso specifico della gara di ieri ho visto:
–Rory alla 17 spara il legno 3 in sicurezza nel rough di destra con una bloccatella corta e timorosa
–Louis alla 17, secondo colpo al green da posizione perfetta, bloccato sulla destra nel rough a contorno del green
–Rory, secondo colpo alla 17 dal rough, colpo chiuso tutto a sinistra per finire in una posizione micidiale, ovvero palla in leggera discesa in rough con bunker e bandiera appena in green
–Rory alla 18 tira il driver dal tee così forte da finire dritto nel bunker d’erba al centro del fairway, cioè ha fatto un colpo perfetto per finire in difficoltà
–Louis, secondo colpo al green alla 18 (par 5), bloccatella per finire quasi in ostacolo d’acqua in rough con bunker davanti ed asta appena in green
Insomma nel giro di pochissimi minuti ho visto 2 grandi campioni, con swing che fanno sbavare noi comuni mortali, commettere errori potenzialmente fatali che forse avrebbero potuto essere evitati, magari scegliendo una strategia di gioco più attenta, soprattutto perchè sono stati errori anche ancor più gravi vista la consapevolezza del momento di difficoltà dell’avversario e quindi le scelte tattiche potevano essere affrontate con maggior cura anche in funzione dei possibili errori.
Consiglio: sul campo da golf è sempre bene essere ottimisti, pensare di realizzare il proprio miglior colpo e non lasciarsi distrarre dagli errori, però è anche bene cercare di analizzare la situazione con oggettività, senza lasciarsi coinvolgere emotivamente, e optare per la soluzione che più ragionevolmente vi consente di ottenere il risultato voluto, ma che anche non vi metta in condizione di prendere dei rischi a cui è spesso difficile o addirittura impossibile rimediare. La prossima volta che vi troverete in una situazione dubbia o di alta tensione o di alto rischio provate ad immaginare di dover giocare 10 volte lo stesso colpo e scegliete la soluzione che nella media vi sembra possa dare più garanzie di successo con il rischio più basso.
Per inciso, io al posto di Louis Oosthiuzen, avrei giocato un colpo al green della 17 in modo più conservativo senza attaccare la bandiera ed alla 18 avrei si giocato il secondo colpo al green, ma sbagliando a sinistra del green da dove l’approccio sarebbe stato molto più facile… e poi mi sarei anche svegliato tutto sudato…
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]]>Io seguo il golf professionistico da diverso tempo, dai Major, ai tornei sull’European Tour e sull’USGA, fino alla Ryder Cup. Ma da buon sportivo da poltrona quale sono non mi è mai capitata l’occasione di cimentarmi in un campo da golf ed utilizzare ad esempio un ferro 6. L’occasione è capitata domenica 24 giugno 2012, quanto sono stato invitato ad una lezione di prova al Golf Club Milano Parco Reale di Monza (MB), green diviso in tre tracciati immersi in un bosco secolare di grande fascino e peculiarità. In quel circolo golfistico era in corso l’Excellence Golf Trophy, torneo promosso da Nespresso e EA7 Emporio Armani. Vediamo insieme come si è comportato questo novizio golfista alla prima esperienza.
L’incipit non è stato male. L’istruttore che mi ha preso sotto la sua ala protettiva, il gentilissimo Alberto Giolla, mi ha spiegato come è composta una sacca da golfista, quali mazze contiene, e quale differenza c’è ad esempio tra i diversi ferri. La parte teorica della lezione è continuata poco dopo, quando siamo finalmente giunti al campo pratica. Li il maestro ha incominciato a spiegarmi l’impugnatura corretta della mazza, e mi sono reso conto di una mia dimenticanza non dichiarata imperdonabile: sono mancino! Subito Alberto è corso ai ripari procurandomi una mazza apposta per mancini, e dopo qualche momento di ilarità la lezione è ripartita.
Impugnatura, shaft, swing… ma quando si tira? Clamorosamente la voglia di provare era tantissima, ma ho mantenuto una calma apparente notevole cercando di carpire ogni singola nozione spiegata. Poi finalmente mi da il via per il primo tiro: ero conscio che la probabilità di ciccare la palla non erano basse, ma sono riuscito a sovvertire il pronostico e tac! pallina colpita!
Dopo i piccoli complimenti iniziali il maestro, ripetendo costantemente fino allo sfinimento la procedura di impugnatura e di posizionamento sulla pallina, mi ha fatto aprire sempre di più la rincorsa della mazza, in modo da colpirla con più forza. I primi lanci sono andati abbastanza bene, ma stavo solamente rimandando il momento del primo liscio alla pallina, che è puntualmente arrivato verso il quarto o quinto tiro.
Subito l’istruttore mi ha tranquillizzato sull’accaduto, esortandomi a fare meglio. Verso il decimo tiro mi sono posizionato sulla palla, mi sono concentrato con calma, parte la rotazione e bam! Rotazione perfetta, e palla che vola! Non credevo ai miei occhi: 150 metri di lancio, i complimenti di metà golf club, e un momento difficilmente dimenticabile.
La lezione va avanti senza intoppi, e in men che non si dica è già passata un’ora. Ringrazio Alberto Giolla per la sua pazienza e mi dirigo verso il Club House. Insieme a Nicoletta Depalo di Nespresso pranziamo in veranda, prima di fare un giro perlustrativo delle seconde nove buche del percorso in compagnia di Francesco Poncini di Golf & Turismo Events.
Finisce qui la mia giornata al Golf Club Milano. Saluto tutti e me ne torno a casa. I feedback non possono che essere positivi dopo una giornata del genere. La cosa principale da dire è che in televisione sembra tutto più facile e meno complicato, mentre quello che c’è da imparare, capire e fare in meno di un secondo di movimento sono tantissime. Comunque l’esperienza è da riprovare, speriamo al più presto.
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]]>Ci sono molti di voi che probabilmente non hanno mai visto un apparecchio come quello qui raffigurato in foto. Magari dalle fattezze è possibile indovinarne l’utilizzo, serve infatti per in quadrare qualcosa e fotografarla. Lo strumento si chiama Graph Check ed è il precursore delle videocamere di oggi, almeno per quanto ci riguarda, in altre parole lo studio e l’analisi del movimento da golf, lo swing.
Da ragazzino ho avuto modo di usare anche il Graph Check, ad un corso per ragazzi con il “brevetto” FIG, e sotto la guida del maestro ci siamo messi in campo pratica, mi ha ripreso, mi ha detto di aspettare qualche minuto che le istantanee, tipo polaroid, si dovevano sviluppare e solo allora avremmo potuto vedere una sequenza fotografica del mio swing, come quella raffigurata qua sotto:
Ovviamente non c’era nessuna possibilità di indagare nei frame tra uno scatto e l’altro e la poca velocità di riproduzione, oltre che al costo delle cartucce, ne imponevano un uso limitato e parsimonioso.
A conti fatti, in effetti, era più uno strumento per farsi delle foto da incorniciare e tenere sulla scrivania che un aiuto per imparare lo swing.
Oggi i potenti mezzi tecnologici permettono tutt’altro anche perché:
Sto ovviamente parlando di tutti gli smartphones, che rappresentano il primo strumento disponibile per l’analisi video del proprio swing.
Ad esempio ecco cosa ne pensa Tiger Woods:
Questa è un’intervista, rilasciata prima del recente US Open 2012, nella quale viene chiesta a Tiger la sua opinione in merito al fatto che ci siano sempre più ragazzini giovani con uno swing perfetto o quasi e che siano quindi così bravi in tenera età. Secondo Tiger Woods la motivazione principale risiede appunto nella tecnologia a disposizione oggi, che permette di capire e vedere quali siano le posizioni corrette dello swing in modo immediato e preciso, di fatto rendendo i tempi di apprendimento velocissimi. Ad esempio ha citato quanto visto in una sua recente visita in Korea, dove ci sono ragazzini che giocano da appena un anno ed hanno lo swing perfetto, grazie al fatto di esser magari stati 6 mesi solo in campo pratica indoor ad imparare le varie posizione dello swing.
Lo scenario che quindi va delineandosi è quello di un futuro popolato da giovani golfisti dallo swing tecnicamente perfetto.
Il rischio è quello di cercare di fare tutti lo stesso swing, imitando i modelli canonici che vediamo in giro senza magari soffermarsi a valutare la bontà di caratteristiche tecniche e di stile che hanno comunque reso grandi campioni con swing non perfettamente ortodossi.
Credo anche che in uno sviluppo di questo tipo il gioco corto possa ancora di più essere preso come punto di massima importanza, poiché la perfezione dello swing sembra quindi essere alla portata di molti.
Personalmente ritengo che uno swing pulito e corretto, come si potrebbe apprendere lavorando a lungo con il video, sia il primo passo per creare una solida base sulla quale sperare di ottenere risultati di altissimo livello. Ma credo anche che riconoscere e valorizzare le proprie caratteristiche tecniche naturali sia quel fattore che fa la differenza tra il giocatore dal bello swing ma inconcludente e quello che poi sa portare a casa i risultati.
Voi che ne pensate? Siete a favore di giocatori con swing a stampino fatti in serie o preferite quelli con qualche peculiarità?
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]]>The post Lezioni di Golf: approccio a correre contro la sponda del green appeared first on Tshot.
]]>Non sono riuscito a seguire per bene l’US Open, che è da poche ore terminato con la vittoria di Webb Simpson, purtroppo l’orario di trasmissione in TV era oltre le mie capacità psico-fisiche del momento e quindi sono solo riuscito a rubare qualche minuto di diretta qua e là tra un pisolino e l’altro. Un paio di cose però le ho notate, ad esempio la quantità di approcci che, forse come mai nel corso della stagione, anche questi grandissimi pro sono stati costretti a giocare per recuperare colpi al green poco precisi.
Prima buca del primo giro, partenza di Luke Donald, Lee Westwood e Rory McIlroy. Quasi incredibilmente tutti e tre sparano il secondo colpo troppo corto ed un po’ sulla destra della buca, finendo in un avvallamento sotto al green nel raggio di pochi cm uno dall’altro. Il primo a giocare è Lee Westwood che ha preferito un approccio a correre da giocare contro la sponda del green. Purtroppo la forza non è sufficiente e la palla rotola indietro fin quasi alla posizione originaria.
Al di là del risultato ottenuto da Lee Westwood, saper giocare un approccio di questo tipo è molto importante perché permette di risolvere parecchie situazioni che altrimenti sarebbero a dir poco impossibili.
Nel caso specifico dell’US Open appena giocato il motivo che sta dietro la scelta di molti giocatori nell’optare per una soluzione di questo tipo è senz’altro la durezza dei green che infatti ha reso la vita durissima anche a players che hanno proprio nel gioco corto una delle loro migliori armi.
Approccio a correre contro la sponda del green
Magari lo avrete visto giocare anche da qualche vostro compagno di gioco, a volte anche in modo del tutto involontario, ma non lo avete mai preso in considerazione. Si sono d’accordo con voi, non è particolarmente bello o d’effetto, ma fa il suo dovere ed è molto più facile da fare di quanto non sospettiate, ma soprattutto è tecnicamente molto più facile da fare rispetto ad una eventuale alternativa di volo con lob vari ed improbabili colpi con spin.
Il primo passo da fare è capire come potrebbe reagire la vostra palla al rimbalzo sulla pendenza. Come al solito la visualizzazione in questi casi è fondamentale, ma chi è alle prime armi può iniziare aiutandosi con le mani. Infatti prendete un po’ di palle e mettetevi in una situazione con il green più alto della posizione della palla e l’asta poco oltre la sponda in erba del green.
Provate a lanciare con le mani la palla contro la sponda per verificare come rimbalza e con quale forza e traiettoria dovete lanciare la palla per far si che riesca a superare la sponda ed a raggiungere il piano del green con la velocità desiderata.
Quanto appreso sarà fondamentale per capire che “forma” deve avere il vostro colpo. Giocate quindi sulla combinazione di traiettoria e forza più opportuna in modo da far si che il rimbalzo sulla sponda faccia il suo lavoro per permettervi di raggiungere il green e la bandiera.
Da notare che nel dubbio è quasi sempre meglio, ovviamente, sbagliare in eccesso, tanto per non far la fine di Westwood e veder rotolare la propria palla all’indietro.
Se la scelta ricade su un colpo molto deciso e basso fatevi aiutare dal bastone e giocate il colpo con un bastone con poco loft, eventualmente anche aiutandovi col collocare la palla indietro nello stance, ovvero la posizione dei piedi.
Attenzione nell’usare bastoni con troppo loft invece, anche se riuscite con lo swing o con il setup del corpo a produrre un colpo schiacciato questi avrà probabilmente un po’ troppo spin che a volte può rendere l’impatto della palla contro la sponda un po’ smorzato e quindi farvi ottenere un rimbalzo più “povero” del previsto.
È senz’altro un colpo che richiede un po’ di pratica prima di poterlo giocare con fiducia in campo, ma pur essendo poco appariscente vedrete che saprà togliervi d’impiccio da molte situazioni, anche considerando che gli errori che possono scaturire da una scelta di questo tipo sono sempre molto meno penalizzanti rispetti a quelli di un colpo giocato alto con lob o simili, anche questo è un aspetto tutt’altro che da sottovalutare.
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]]>Se avessi una ricetta precisa per insegnare a fare hole in one, buca con il primo colpo, sarei forse uno dei più forti giocatori al mondo o almeno uno degli insegnanti più rinomati. O forse anche “solo” molto più ricco. La verità è che fare buca in uno è un mix di bravura e fortuna. Un evento a volte così raro che un golfista potrebbe non vederlo mai dal vivo per una vita intera ed un altro realizzarlo più volte. Io ho fatto 6 buche in uno, per ora, nella mia carriera golfistica, ecco come e dove.
Da dilettante
Buca nr 7, Golf Club Cervino, par 3 mt 140 circa
Oggi questa buca non esiste più a causa della creazione delle seconde 9 buche per completare il percorso. Il suo green è ancora utilizzato ma il tee di partenza è diverso da quello storico ed usato fin dal 1955. La buca 7 di allora era un corto par 3, con partenza decisamente sopra elevata rispetto al green, ma tutt’altro che facile, infatti un colpo corto si arrestava immancabilmente in avant-green lasciando un approccio in discesa e molto delicato, mentre un colpo troppo aggressivo sarebbe stato preda del torrente posto appena 2 metri oltre il green. Mi ricordo di aver giocato un ferro 8, leggero e davvero bello come esecuzione e precisione, volava dritto alla bandiera. Non ho visto subito la palla che entrava, era mattina presto e la luce del sole confondeva un po’ la visuale. Non ero in gara, ma in compagnia di un paio di amici.
Buca nr 2, Golf Club Cervino, par 3 mt 116
Questa buca è invece ancora esistente e spesso viene scambiata per un buca banale da chi non conosce bene il percorso, errore spesso fatale, il doppio bogey è sempre in agguato. Non ci son bunkers o ostacoli d’acqua ma una decisa scarpata sulla destra del green riceve tutti i colpi poco precisi o dal rimbalzo poco fortunato. La buca è spesso da giocare con un deciso vento contro che rende la scelta del ferro ed il colpo da giocare più impegnativo. Stavo facendo un match-play del campionato sociale del circolo. Asta lunga a destra, la posizione più difficile. A dire il vero il colpo dal tee, con un pitching wedge, non è stato dei migliori, evidentemente corto ed anche troppo a destra, zona nella quale il rimbalzo è sempre stato verso destra e quindi giù nella scarpata. Invece questa volta la mia palla batte appena fuori green, balza in avanti e si mette a rotolare verso la buca disegnando una leggera curva verso destra. Oltre 15 metri di rotolo e la palla cade dentro la buca. In questo caso il mix di bravura e fortuna è decisamente a favore della seconda, è stato bello potersi gustare tutto il tragitto della palla… per me, un po’ meno per il mio avversario 😛
Buca nr 8 percorso giallo, Golf Club Tolcinasco, par 3 mt 150 circa
A dire il vero questa non è una vera buca in uno ma mi piace considerarla tale. Stavo giocando i Campionati Regionali per il mio circolo, Il GC Vigevano, e quella era la mia 17° buca, lo score era abbastanza buono anche date le condizioni del tempo pessime a causa di un forte vento. A quella buca il vento era a favore e sul tee ricordo bene la mia indecisione tra il giocare un mezzo colpo basso con il ferro 7 o giocare un ferro 8 pieno facendomi guidare dal vento. Era un periodo di sperimentazioni stilistiche e strategiche per cui optai per un mezzo colpo con il ferro 7, che con tutto il lago davanti al green ed il vento a favore… pessima scelta, il colpo assomigliava più ad un feroce top bassissimo che avrebbe potuto vincere il campionato mondiale di saltelli sul lago prima di cozzare contro la sponda di legno del green. Delusione ed amarezza, aspetto che giochino i miei compagni di gioco e decido di giocare il 3° colpo nuovamente dal tee, senza usare il tee, butto la palla per terra, prendo il ferro 8 e tiro un colpo senza badare minimamente alla preparazione del colpo o alla mira. Colpo perfetto, batte 2 mt prima della buca e va dentro. Il risultato quindi è un par e non una vera e propria hole in one, ma mi piace ricordarla come tale per la meccanica del colpo. Questo episodio lo tengo anche a mente per ricordarmi di come il Golf riesca a farti capire quando fai le scelte giuste e quando segui quelle sbagliate.
Buca nr 9, GC Sanremo, par 3 mt 80 circa
Con il campo di Sanremo ho un rapporto di amore-odio come se fosse una storica fidanzata. Più odio che amore a dire il vero, ma per colpa dei miei colpi storti e dei maledetti pini marittimi o delle sponde scoscese di alcune buche. La buca nr 9 è un cortissimo par 3, ma anche in questo caso ho visto fior di professionisti fare ben più del doppio bogey. Il green ha molta pendenza e visto che si gioca un bastone con molto loft è difficile dosare la forza ed il backspin che la palla prenderà. Stavo giocando una gara a coppie con mio padre, un bel sand wedge che pare dritto all’asta, posta lunga in green. La palla batte vicino alla buca e sparisce facendoci pensare “avrà rimbalzato lunga e sarà finita dietro il green”, cosa che succedeva molto di frequente ed era l’equivalente di “metti una X e vai alla 10° buca”. Invece la palla è finita in buca col secondo rimbalzo, un ottimo colpo che ci ha portati alla vittoria della gara.
Da professionista
Buca nr 14, GC Sanremo, par 3 mt 210
Bellissima e difficilissima buca con partenza dall’alto e green molto ben difeso e raggiungibile solo di volo. All’epoca, nei miei primissimi anni da pro, avevo ancora in sacca il ferro nr 1, un’arma che oggi non esiste più e che nessuno porta in sacca. Giocando fuori gara, da solo ed in pieno allenamento, mi sono trovato davanti una coppia di giocatori attempati che dopo aver tirato dal tee e percorso mezza buca mi fanno cenno di tirare. A quel tempo la buca l’affrontavo con un ferro 1, impugnato corto, e giocato a tagliare con un po’ di fade, effetto da sinistra verso destra. Il colpo è perfetto, la palla batte 1 mt prima della buca e si infila tranquilla e serena come se fosse a cosa più normale del mondo. Scendendo dal tee i due giocatori che mi avevano dato il passo mi chiesero se avevo tirato bene ed io con un mezzo ghigno risposi “beh si direi di si, ho fatto hole in one”… ricordo lo stupore di uno dei due che mi rispose “fermo!!! Non toccare la palla che la voglio vedere non ho mai visto una buca in 1 in vita mia!!!” così si è messo a correre verso il green per andare a vedere la mia palla dentro la buca. Ad oggi ancora non so se per vera ammirazione o semplicemente per verificare che non avessi raccontato una bufala.
Buca nr 2 del percorso giallo, GC Asolo, par 3 mt 175
Giro di prova prima del Campionato di Doppio della PGAI. Giocavo in coppia con il mio compagno di merende di allora, Pietro Mongini, ma non ricordo con chi stessimo provando il campo. Era comunque un periodo di gare per me e stavo giocando abbastanza bene, in più lo sponsor principale della gara era legato alla proprietà del circolo nel quale sia io che Pietro insegnavamo a Salice Terme, quindi ci tenevamo moltissimo a fare bene. Un bel ferro 5, leggermente a sinistra dell’asta, un buon rimbalzo e la palla finisce in buca. La mia esultanza è stata ben presto smorzata da Pietro che ha subito visto un presagio poco favorevole dicendo “ecco potevi farla domani in gara no?”. Sarà stato profeticamente gufante, infatti il giorno dopo in gara in quattro palle abbiamo segnato addirittura un bogey!
Sto ancora aspettando la 7° hole in one della mia carriera, ogni momento potrebbe essere quello buono, visto che spesso, come le belle cose della vita, arriva quando meno te la aspetti.
E voi? Avete mai fatto buca in un solo colpo?
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]]>The post Lezioni di Golf: affrontare i putts in pendenza appeared first on Tshot.
]]>L’arte di puttare sul green è un mistero che spesso lascia molti golfisti attoniti. Anche guardando in televisione i più quotati campioni, si rimane impressionati dai lunghi e tortuosi putts che cadono perfettamente in buca, come da quelli che sembrano una formalità e che vengono incredibilmente sbagliati. I putt che hanno però una forte pendenza laterale sono sempre i più difficili. Come affrontarli?
Quando dovete affrontare un putt complicato dovreste sempre cercare di capire al meglio la conformazione del terreno, non solo quella prettamente legata alla linea di tiro, ma anche la parte di green nelle vicinanze dell’ipotetica linea di gioco è importante in quanto può fornire preziosi punti di riferimento.
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]]>The post Il gioco del golf è troppo lento? appeared first on Tshot.
]]>I giocatori professionisti sono l’esempio di come vorremmo giocare a golf. Uno swing perfetto, solido, efficace, potente e preciso. Sempre perfetti nei loro completi da gioco e mai sporchi di erba o fango per colpa di una flappata più potente di altre, come succede ai comuni mortali. Il più delle volte riescono a mantenere una calma e un controllo al limite del naturale anche quando stanno giocando un colpo che vale milioni di dollari, situazione nella quale molti di noi invece avrebbero come minimo le palpitazioni e probabilmente anche qualche spasmo nervoso che renderebbe impossibile anche solo reggere il bastone in mano. Ma c’è una cosa nella quale non dobbiamo imitarli. Il ritmo di gioco.
Ho avuto il piacere di seguire in TV il torneo The Players, gara molto importante a livello mondiale e vinta dall’ottimo Matt Kuchar.
Unica nota negativa della gara, dopo il taglio mancato da parte di Francesco Molinari, è stata quella che si riferisce al “pace of play” ovvero il ritmo di gioco che mediamente è arrivato a essere della durata di 5 ore e mezza per 18 buche… per 3 giocatori, che difficilmente, per non dire mai, perdono la palla, che non devono rastrellare un buker, ci pensa il caddie, e non devono neanche fare giri di trasferimento particolari in quanto non hanno, ovviamente, il carrello.
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]]>The post Lezioni di golf: ridurre lo slice con il driver appeared first on Tshot.
]]>Lo slice è un colpo con accentuato effetto verso destra, per i giocatori destri, che spesso porta la palla ben lontana dal bersaglio. Questo tipo di errore è molto comune tra i giocatori di alto handicap e si accentua con i bastoni lunghi, in particolare con il driver dal tee. Ecco quindi qualche consiglio per ridurre l’effetto e prendere più fairways dal tee di partenza.
Cos’è lo slice
Lo slice è un effetto per cui la palla da golf vola con una curva verso destra, nel caso di un giocatore destrorso.
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]]>The post Lezioni Golf: GolfSense analizza il tuo swing istantaneamente appeared first on Tshot.
]]>E’ un sistema di analisi del proprio swing da golf. Si compone di 2 strumenti:
Il funzionamento è molto semplice, basta agganciare il dispositivo al proprio guanto e mettere l’iPhone in una tasca dei pantaloni. Il device da mettere sul guanto pesa appena 17 grammi per cui non c’è motivo di pensare che dia fastidio o crei problemi.
Sia il device del guanto che l’iPhone nella tasca dei pantaloni rilevano i dati durante il movimento:
Il tutto viene visualizzato poi sullo schermo dell’iPhone o di un iPad attraverso una presentazione in 3D del modello del proprio swing nel quale poi vengono evidenziate le caratteristiche di movimento.
Il prodotto sembra che sia già disponibile in USA e Canada attraverso gli Apple Store, mentre le applicazioni si possono scaricare dall’App Store:
Il device può anche essere acquistato direttamente sul sito del produttore, GolfSense per 129,99$.
Sono davvero molto tentato di provarne 1 anche per verificare la differenza con sistemi più accreditati come il K-Vest ma che non sono economicamente e tecnicamente alla portata di tutti e nemmeno di facile utilizzo quotidiano come potrebbe essere GolfSense.
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]]>The post Lezioni di golf: allenarsi da soli appeared first on Tshot.
]]>Venerdì scorso ho intravisto uno spiraglio di luce nel maltempo persistente sul nord italia, in particolare nella zona di Milano dove vivo, ed ho colto la palla al balzo per fare un’incursione in campo pratica. L’occasione è stata propizia anche perchè avevo appena scartato la mia nuova attrezzatura ed ero ovviamente impaziente di provarla, come un bambino con un nuovo giochino o forse dovrei dire come qualunque golfista che si rispetti.
In realtà, per vari motivi, era davvero un bel pò di tempo che non prendevo in mano un bastone da golf, più o meno da fine gennaio. Mi sono sentito come un mammut che improvvisamente viene sgelato dal pack antartico, ma dopo un pò di colpi mi sono scaldato e sono arrivato alla domanda delle domande: come evitare quel pull-hook che mi affligge da parecchio tempo? Immagino che questa sia una condizione che facilmente capita a molti golfisti, cioè quella di essere in campo pratica e di non avere a disposizione un parere autorevole a suggerire quali correzioni apportare al movimento. Ecco come affrontare la questione, partendo come esempio dalla mia situazione.
Prima di tutto è necessario identificare il problema e ricordate sempre che per problema si intende uno specifico volo di palla, tenere il gomito destro piegato o altri dettagli di movimento non sono mai il punto dal quale partire ma semmai la soluzione. Quindi nel mio caso il punto di partenza è stato il pull-hook.
Cos’è un pull-hook?
Quindi il mio bastone da golf, nei colpi sbagliati, arriva troppo dall’esterno e con la faccia del bastone chiusa rispetto alla traiettoria… fantastico… in effetti questa analisi è avvalorata dalla sensazione di impatto pesante sul tappetino e se fossi stato sull’erba avrei probabilmente visto delle zolle profonde.
Ricordate che quando l’angolo d’attacco è troppo verticale si hanno zolle profonde e con buona probabilità una traiettoria dall’esterno verso l’interno, al contrario quando i colpi sono troppo puliti o addirittura sono flappati vuol dire che l’angolo d’attacco è troppo piatto e questo in genere lo si ottiene a causa di una traiettoria troppo dall’interno verso l’esterno.
Tornando alla mia situazione è il momento di cercare una sensazione di movimento che sia collegata con l’analisi… le spalle e la loro azione. La mia sensazione è di avere le spalle in anticipo di rotazione nel downswing. Questo anticipo porta le braccia fuori piano ed il bastone dall’esterno all’impatto.
Ricerca della soluzione
La più immediata sarebbe quella di limitare o ritardare l’azione delle spalle ad inizio downswing, ma a dire il vero non ha funzionato o almeno su una percentuale di colpi troppo modesta. Quindi la seconda soluzione che mi è venuta in mente è stata quella di velocizzare la discesa delle braccia ad inizio downswing per fare in modo che le spalle non riuscissero a metterle fuori piano. Non sono proprio convinto che sia una soluzione a lungo termine ma di certo è quella che in campo pratica ha dato la più alta percentuale di colpi positivi. Anche nelle 9 buche che ho fatto dopo i colpi sono stati abbastanza buoni e senza che il pull-hook mi abbia rovinato il gioco, diciamo che qualche colpo fuori linea c’è stato comunque, ma senza che le conseguenze fossero davvero gravi.
Tutto ciò spero possa farvi capire quai processi mentali adottare per cercare di risolvere nell’immediato un problema di swing, soprattutto quando non avete il vostro maestro a disposizione. Quindi riassumendo:
In ogni caso consiglio poi di parlare di quanto avete provato a fare con lo swing con il vostro maestro e di pianificare una soluzione più a lungo termine.
Buona pratica!
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]]>The post Giocare a golf: per quale motivo lo fate? appeared first on Tshot.
]]>Quali sono i motivi per cui giocate a golf? Cosa più vi affascina di questo “gioco”? Stamattina mi sono svegliato con queste domande in testa. Non intendo però riferirmi alle più generiche e classiche motivazioni del tipo “mi piace stare all’aperto” o “è uno sport immerso nella natura” etc… Mi riferisco invece alle più dirette emozioni che si provano nel gioco e nell’eseguire lo swing.
Quando siete sul campo da golf cosa vi da gioia e cosa invece vi manda nel più totale sconforto? La buona riuscita di un colpo o di uno swing? E che dite invece della buona riuscita di un preciso piano strategico riguardo il gioco di una buca?
Continua a leggere l’articolo “Voi per cosa giocate?” su WebGolf.it
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]]>The post Lezioni Golf: errori dello swing e correzioni appeared first on Tshot.
]]>Lo swing da golf è un sistema complesso di decisioni, movimenti, pensieri e sensazioni. Spesso non sono neanche in un ordine preciso ma questi “ingredienti” si mescolano secondo ricette che hanno nell’originalità e nell’individualità la loro più spiccata caratteristica. Mi riferisco in particolare a tutti quegli swing che offrono molti più spunti di commento che non quelli dei campioni che ammiriamo sullo schermo della tv. Ogni swing da golf può essere migliorato, alcuni in modo sostanziale altri in modo infinitesimale, magari cercando quella perfezione che serve per vincere più Majors di qualunque altro al mondo. Ma in che modo affrontare i cambiamenti al proprio swing?
Ogni casistica di swing ha ovviamente un percorso unico ed originale però, nelle mie lezioni, ho sempre cercato di capire il funzionamento di uno swing, l’interazione tra le fattezze del corpo, la postura sulla palla e tutti quei pensieri più o meno consci che il golfista medio cerca di esprimere in quel lampo di tempo che chiamiamo swing.
In base alla mia esperienza sono convinto che gli errori di uno swing da golf siano classificabili in poche casistiche.
Continua a leggere l’articolo “Swing da golf: da correggere o da capire?” su WebGolf.it
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]]>The post Lezioni di golf: il flop shot dal rough intorno al green appeared first on Tshot.
]]>Si è da poco concluso il WGC Cadillac Championship, gara importantissima e dal finale incerto. Lo scenario è uno dei più famosi campi al mondo, il difficilissimo percorso Blue Monster del Doral Resort a Miami in Florida. Il nome del percorso testimonia quanto l’acqua sia in gioco lungo tutte le 18 buche del campo, ma in occasione di questo evento il rough intorno al green era stato lasciato crescere più alto rispetto alle normali condizioni di gioco, rendendo complicata la vita di quei pro che mancavano il bersaglio con il colpo al green. Come approcciare con la palla messa male nel rough intorno al green? Serve un flop shot.
Spesso nei campi di stile americano il rough a contorno dei green viene lasciato alto quasi più che quello attorno ai fairways. Ogni tanto capita anche in Europa ed in Italia di trovare condizioni analoghe, a volte, a dire il vero, più per un mancato taglio settimanale che per reali intenzioni strategiche di preparazione del campo.
Il motivo per cui la direzione di un torneo o di un campo decide di lasciare il rough così alto è ovviamente quello di penalizzare quei giocatori che mancano il bersaglio con il colpo al green.
La maggior parte delle volte i giocatori professionisti escono da questa situazione, palla infossata nel rough attorno al green, eseguendo un colpo che in gergo si chiama flop shot e spesso viene accomunato, dal punto di vista della tecnica, ad un colpo dal bunker.
Da notare che molte volte il flop shot viene scelto come colpo anche quanto c’è spazio sul green per far rotolare la palla, infatti se la palla è affossata nel rough anche un colpo a correre risulta di più difficile impatto e controllo.
Per l’esecuzione del flop shot ben si presta la tipica erba dei campo da golf della Florida, la bermuda grass, ma questo colpo può essere eseguito anche dai rough più tipicamente europei o italiani.
Attenzione che contrariamente a quanto si possa immaginare il fatto di trovare la palla molto ben sollevata nell’erba alta non è un elemento positivo infatti troppo spesso si rischia di colpire sotto la palla, tagliando a “vuoto” nell’erba finendo col dare alla palla pochissima spinta.
Punti fondamentali per eseguire un flop shot:
Non vi nascondo che il flop shot sia un colpo un pò difficile da eseguire, almeno le prime volte, soprattutto perchè serve convinzione e decisione nell’attraversamento della palla. Però ritengo che con un pò di pratica si possa aggiungere al bagaglio tecnico dei vostri colpi ed essere sfruttato quanto l’occasione lo richieda per risparmiare qualche colpo attorno al green, che come sappiamo ha molta incidenza sullo score.
Ecco un esempio di flop shot:
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]]>Il disgelo è in arrivo, le temperature sono in rialzo e la neve abbandona quasi ovunque i campi da golf, almeno qui in zona Milano. So che altrove c’è stata ancora qualche nevicata, ma ormai le temperature non dovrebbero farla rimanere per più di poco tempo. Questo vuol dire che dal golf letto e desiderato si potrà a breve passare al golf giocato. Solo che dopo tante settimane di inattività ci sarà un pò da penare, almeno per me di solito è così. Cosa fare nelle prime sessioni di allenamento in campo pratica?
La voglia di giocare, soprattutto in condizioni quasi umane e senza doversi preoccupare di morire assiderati, è alta. Ci sono anche tante novità in campo attrezzatura, magari alcune le avete anche comprate e mai utilizzate per ora. Quindi non temete ma è comprensibile che nelle prime uscite in campo pratica, o per i più fortunati in campo, ci sia spazio per un sano sfogo da astinenza golfistica.
Però cercate anche di far si che anche queste prime uscite siano produttive e di aiuto per la corretta impostazione della stagione golfistica che vi aspetta.
Continua a leggere l’articolo “Riprendere a giocare a golf: la posizione di partenza” su WebGolf.it
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]]>Gli ibridi sono dei bastoni che sono una via di mezzo tra un ferro ed un legno. Delle due categorie possiamo dire che hanno la lunghezza dello shaft più simile ad un ferro e la testa che invece assomiglia più ad un legno in quanto dotata di maggiore volume rispetto a quella dei ferri. In realtà non sono una novità, esistono come bastoni da golf da moltissimi anni. Ma solo negli ultimi 5/6 anni hanno finalmente trovato il loro posto nella sacca di ogni golfista sulla faccia della terra, professionisti di tour compresi. Ricordo i miei anni da dilettante dove l’uso dei ferri lunghi, anche il ferro 2 o addirittura il ferro 1, era all’ordine del giorno, anche da rough… oggi mi vien da ridere riprendendo in mano quegli antichi bastoni e credo che non riuscirei a colpire nemmeno la palla con quelle teste così minuscole e con così poco loft. Come si deve usare un ibrido?
Negli ultimi anni quasi tutte le case produttrici di bastoni da golf hanno sviluppato numerose linee di ibridi, rispecchiando le caratteristiche delle linee dei ferri ovvero creando prodotti che si addicono a qualsiasi livello di gioco, dal principiante al professionista.
Non solo, nello sviluppo degli ibridi è posta particolare attenzione al far si che si possano integrare in modo perfetto con il set di ferri, diventando naturali sostituti dei ferri lunghi ed in alcuni casi anche dei ferri medi.
I vantaggi nell’uso di un ibrido sono sostanzialmente:
Il fatto che molti professionisti del tour abbiano almeno 1, in molti casi anche 2, ibridi in sacca dovrebbe essere un motivo sufficiente per farci abbandonare il ferro 3 ed il ferro 4 e rimpiazzarli con gli ibridi.
Per sapere quali ibridi scegliere, come numerazione, sarebbe meglio effettuare delle prove, magari in una sessione di club fitting. Altrimenti si può seguire il principio secondo il quale chi ha poca velocità del bastone dovrebbe giocare con meno ferri e più ibridi.
Per farvi capire un classico esempio sono le ladies, dove il primo ferro in genere può essere il 7 e gli ibridi dal 4 al 6 compresi. Magari un uomo, stesso livello di gioco ma con maggiore forza fisica, può avere i ferri fino al 5 e tenere gli ibridi 3 e 4.
Lo swing con gli ibridi da golf
Dal punto di vista del gioco e dello swing sarebbe meglio considerare gli ibridi molto più simili ad un ferro che non ad un legno:
Uno degli errori più comuni nel gioco degli ibridi sta nel rimanere con il peso troppo arretrato all’impatto facendovi così colpire il terreno in anticipo rispetto alla palla. Una soluzione a questo problema può venire dalla pratica in discesa che vi faciliterà nel corretto trasferimento del peso verso il bersaglio e vi penalizzerà ulteriormente in caso rimaniate arretrati.
Il costo di questi bastoni è normalmente di poco superiore a quello di un ferro di pari qualità e comunque inferiore a quello di un legno. Non mi sbilancio nel segnalarvi marche particolari in quanto, come scritto prima, tutte le principali marche hanno una buona scelta di ibridi. L’unico consiglio che mi sento di darvi a tal proposito riguarda la preferenza nella scelta della stessa marca dei ferri, perchè è più probabile che gli ibridi in questo caso siano sviluppati con caratteristiche che meglio si integreranno con il vostro set di ferri.
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]]>Questa volta li ho battuti di un soffio. I telegiornali, tra poco inizieranno i soliti servizi ai vari tg in cui si tirano le somme sul 2011: quanti panettoni mangeremo a testa, quanti iPad sotto l’albero, quanto abbiamo speso per quello e quanto spenderemo per quell’altro… insomma è tipico di questo periodo guardarsi alle spalle e giudicare l’andamento della stagione, quindi perchè non farlo anche noi in versione golfistica? Quanto avete giocato? Dove avete giocato? Quanto avete speso per giocare? Quanto vi siete divertiti, che è la cosa più importante?
Perchè, secondo me, è importante fare un bilancio della propria stagione golfistica? Innanzitutto per valutare se le scelte fatte nel corso dell’anno hanno dato i frutti sperati ed in secondo luogo è il primo step che serve per pianificare la stagione 2012, infatti da come è andato quest’anno possiamo trovare molteplici spunti per programmare allenamenti, gare e tutto quanto concerne la vita golfistica del 2012.
Dividerei il bilancio in 2 grosse categorie, quella che riguarda il golf giocato, scores, lezioni, variazioni di handicap etc… e quella che riguarda il golf nella sua parte “amministrativa“, quindi i costi sostenuti per giocare, comprendendo le quote associative o di green-fee ed anche le lezioni, analizzate come costo e non come utilità, che invece è pertinente alla categoria precedente.
Iniziamo ad analizzare quest’ultima, la parte amministrativa, anche perchè, come vedremo tra qualche settimana, i conti e le considerazioni fatte qui possono tornare estremamente utili per sapere quale scelta fare per il tesseramento del 2012.
Quanto vi è costato giocare a golf?
Riuscite a contare quante volte siete scesi in campo per un giro di almeno 9 buche?
E per un giro di 18 buche?
Tra questi giri, quante gare?
Quanto avete speso di associazione e tesseramento?
Quanto avete speso di green-fee, per giocare in un campo che non è il vostro?
Quanto avete speso di quota iscrizione gare?
Immaginando che a rispondere alle domande sia un mio allievo tipico, le risposte potrebbero essere (a titolo d’esempio):
Riuscite a contare quante volte siete scesi in campo per un giro di almeno 9 buche? 5
E per un giro di 18 buche? 15
Tra questi giri, quante gare? 10
Quanto avete speso di associazione e tesseramento? 200€ (socio di un campo pratica, tessera FIG inclusa)
Quanto avete speso di green-fee, per giocare in un campo che non è il vostro? una media di 25 € per le 9 buche ed una media di 45€ per le 18 buche, che in totale fa 800€
Quanto avete speso di quota iscrizione gare? 15€ per 10 gare che fanno 150€
Quindi in totale avete speso per giocare 1000€ + 150€ di iscrizione gare, che danno un costo medio per giornata in campo, mischiando tra quelle a 9 e 18 buche, 1150/20= 57.50€ a giocata
Per esempio una prima considerazione potrebbe riguardare la quota associativa di un circolo, diciamo di 2700€, campo a 18 buche. Ammettendo che non ci siano rincari per il 2012 nei costi dei green-fee, con lo stesso costo a giocata potreste giocare ben 2700/57.50=46.96 volte contro le 20 dell’esempio riportato sopra (sempre facendo 10 gare). Riuscite a prevedere di giocare, su 52 settimane, ben 46 volte?
A queste spese ovviamente vanno aggiunte quelle per raggiungere il campo da golf, le spese per viveri e bevande varie, ma questi iniziano ad essere costi molto variabili in base alla proprie abitudini che sono difficili, in via generalistica, da computare.
Quanto vi è costato allenarvi ed imparare a giocare a golf?
Quante sedute di campo pratica avete fatto (extra rispetto alle giocate in campo)?
Quanti gettoni per le palline del campo pratica a seduta mediamente usate?
Quando andate a praticare avete un costo di ingresso?
Quante lezioni avete fatto nel corso dell’anno?
Sempre immaginando il mio allievo di prima ecco quali potrebbero essere le risposte:
Quante sedute di campo pratica avete fatto (extra rispetto alle giocate in campo)? 15
Quanti gettoni per le palline del campo pratica a seduta mediamente usate? 2
Quando andate a praticare avete un costo di ingresso? no (socio in un campo pratica)
Quante lezioni avete fatto nel corso dell’anno? 10
Il costo dei gettoni per le palline di pratica, assumendo un costo unitario per 50 palle di 3.5€, 30×3.5=105€, mentre i costi per le lezioni sono di 10×25=250€ assumendo che abbia fatto un pacchetto da 10 lezioni e quindi ad un prezzo più vantaggioso che le lezioni singole. Sarebbe carino rapportare questi costi ai risultati ottenuti, vediamo dopo.
Quanto vi è costato attrezzarvi per giocare a golf?
Quante palline avete disperso in campo?
Comprate palline nuove o usate? Comunque sia il costo medio di una palla è?
Avete comprato un paio di scarpe da golf?
Attrezzatura acquistata?
Immaginando il mio fantomatico allievo ecco quali potrebbero essere le risposte:
Quante palline avete disperso in campo? una media di 2 palle ad uscita in campo, quindi 40 palle
Comprate palline nuove o usate? Comunque sia il costo medio di una palla è? palline nuove, ma economiche, costo 1,5€ cad.
Avete comprato un paio di scarpe da golf? si un paio a 110€
Quanti guanti da golf avete utilizzato? circa 10, al costo medio di 20€ cad.
Attrezzatura acquistata? si un driver nuovo, costo 250€
Quando si fa il bilancio delle spese per l’attrezzatura è bene pensare che alcune spese sono relative alla sola stagione in corso ed altre potrebbero invece spalmarsi anche sulla successiva o addirittura su più stagioni. Ad esempio palle, guanti e scarpe sono in genere di pertinenza solo della stagione in corso, mentre l’acquisto di un driver può valere per 2 o più anni.
Palline 40×1,5=60€, guanti 200€ e scarpe 110€, più 125€ di quota acquisto driver che fa un totale di 495€. Il costo del driver, ammesso e non concesso che sia di vostro gradimento, si può benissimo dividere tra il 2011 ed il 2012.
Quando andrete a pensare alle spese per il 2012, ricordatevi di dare uno sguardo alla vostra sacca per preventivare acquisti in sostituzione di pezzi obsoleti o addirittura mancanti.
Qual’è stato il vostro rendimento golfistico?
Quanto avete abbassato la vostra media score?
Quanto avete abbassato l’handicap?
Quale settore del gioco è stato più regolarmente positivo?
Quale settore del gioco è stato più problematico?
A queste domande potrebbe essere difficile rispondere, soprattutto se non siete soliti tenere traccia delle vostre statistiche di gioco. Per affrontare correttamente il problema, nel caso non lo facciate di già, tornano utili i servizi che sia Tshot che WebGolf mettono a disposizione gratuita.
Le ipotetiche risposte del mio allievo:
Quanto avete abbassato la vostra media score? da 95 colpi a 90
Quanto avete abbassato l’handicap? da 20.4 a 16.5
Quale settore del gioco è stato più regolarmente positivo? i colpi con il driver
Quale settore del gioco è stato più problematico? gli approcci
Per puro divertimento possiamo anche notare che i 20.4-16.5=3.9 colpi di handicap persi durante l’anno sono costati, in base al totale costo allenamenti, 355/39=9.10€ a decimale perso. Pensateci quando fate 3 putt all’ultima buca per uscire dalla zona neutra ed evitare di prendere la virgola!!!! eheheh.
Ovviamente calcoli di questo tipo vi faranno anche capire che perdere decimali di handicap comporta duro lavoro in campo pratica ed investimenti, non solo di tempo ma anche di risorse per lezioni e quant’altro.
Quanto è stato bello, rilassante o utile giocare a golf?
Quante volte sul campo da golf vi siete dimenticati dei problemi lavorativi o personali?
Quante volte sul campo da golf siete rimasti stupiti di quanto bene vi sia riuscito un colpo?
Quante volte avete vinto una sfida con un amico e festeggiato con un aperitivo?
Quante volte siete rimasti imbambolati ammirando lo spettacolo scenografico di una buca da golf?
Quante volte siete tornati a casa stanchi per il lungo giro delle 18 buche, ma appagati da una giornata all’aria aperta?
Quante volte al giorno pensate al golf, anche quando in realtà siete al lavoro?
Potrei continuare con molte altre voci per farvi capire che tutte le cifre che ho esposto sopra perdono il loro peso di fronte a quanto sia bello giocare a golf, a patto di averne il tempo e di essere disposti ad impegnarsi, ognuno in base alle proprie capacità e risorse.
A quest’ultima domanda non faccio rispondere il mio ipotetico allievo, ma mi farebbe molto piacere leggere le vostre risposte o i vostri commenti qua sotto.
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]]>La scorsa settimana ho scritto un articolo, “Come iniziare a giocare a golf?” che fornisce informazioni su come avvicinarsi al mondo del golf, quali strutture scegliere per iniziare e quali siano gli step per i neofiti. Vediamo ora di valutare quali siano i costi per iniziare a giocare a golf, come anche quelli che i neo-golfisti dovranno affrontare negli anni successivi. I costi indicati sono molto variabili in funzione di alcuni fattori quali, per esempio, la zona geografica di residenza ed alcune scelte che il golfista farà in base ai propri gusti ed anche in base al proprio budget.
Prima di elencare i costi per iniziare a giocare a golf vorrei fare una premessa, senza la quale i conteggi riportati perdono un pò del loro valore. Quanto leggerete sotto è una simulazione di un curioso del mondo del golf che decide di iniziare e che, rapito da tutto ciò che di bello c’è nel mondo del golf, decide di continuare. Quindi l’identikit della persona che sta per iniziare a giocare a golf è:
Detto questo il primo anno di gioco è un periodo occupato prevalentemente dalla fase di puro apprendimento con una percentuale inferiore di giocate in campo, mentre dal secondo in poi l’equilibrio tra apprendimento e gioco vero e proprio tende a riequilibrarsi e con più lentezza negli anni a venire tale equilibrio di sposta sempre più verso il gioco. Per gioco e apprendimento faccio riferimento in particolare a:
Immaginiamo che l’inizio di questa avventura sia a fine febbraio o inizio marzo, periodo nel quale l’avvento della primavera porta in genere molti curiosi ad avvicinarsi al golf.
Primo Anno
Totale costi per il primo anno di golf:
Per valutare la cifra che risulta dai miei calcoli è bene riflettere sul fatto che il golf impegna molto del vostro tempo libero e se rapportato a tutto questo “monte ore svago” il costo non è poi eccessivo o diverso da altri sport/hobby.
Nel secondo anno di gioco è un pò più difficile fare stime in quanto le strade che i neo-golfisti intraprendono sono molto diverse e variano in funzione di molto parametri. Sappiate tuttavia che:
In questo secondo anno incidono un pò meno le spese relative alle lezioni, ma probabilmente aumentano quelle per il gioco sul campo per cui un budget di 1600/1800€ è abbastanza realistico.
Dal terzo anno in poi la vostra “fame” di golf sarà insaziabile e quindi anche l’iscrizione ad un circolo di golf ha il suo vantaggio soprattutto in ottica di risparmio sul green-fee. La quota che si aggira sui 3000/3500€ all’anno per un 18 buche sarà pienamente ammortizzata solo se riuscite a giocare per la maggior parte dei week-end della stagione, quindi fate bene i vostri calcoli prima di associarvi. Se invece non siete sicuri di quanto potrete giocare consiglio ancora l’associazione ad un campo pratica o il tesseramento diretto per poi pagare i green-fee ogni volta che giocate. In tal caso informateci su tutte le tessere esistenti che offrono sconti e promozioni su green-fee, c’è da risparmiare.
Non aggiungo che la passione per il gioco del golf potrà anche farvi optare per vacanze a sfondo golfistico, ma quelle sono, secondo me, da budgettare a parte in quanto sostituiscono le vacanze tradizionali. (Disclaimer: per mogli/mariti e fidanzate/fidanzati varie: non mi assumo nessuna responsabilità per le scelte dei vostri compagni/compagne).
C’è qualche golfista che vuole condividere la propria esperienza di come ha iniziato a giocare a golf e di quali costi ha dovuto sostenere? Lasciate un commento!
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]]>Sono nel mondo del golf da quasi 30 anni ormai ed a volte ci si dimentica di quanto lontano dalla vita di tutti i giorni possa essere il golf. Chi si appassiona al golf, magari anche grazie ai videogames o alla tv, spesso fatica a trovare informazioni su come muovere i primi passi nel mondo del golf. I più fortunati magari scovano un amico o un conoscente che possa introdurli al golf, oppure potete continuare a leggere questo articolo.
In questo caso immaginiamo che per un qualsiasi motivo abbiate deciso di avvicinarvi al golf. Ci sono tante domande che vi passano per la testa e non sapete dove cercare. In questo articolo spero troviate, se non tutte, le risposte più importanti e non dimenticate che ci sono i commenti o il nostro forum nel quale chiedere ulteriori informazioni.
Dove si gioca a golf?
Molto probabilmente avete in mente un campo da golf, con 18 o più buche. In Italia i circoli di golf sono abbastanza diffusi, magari maggiormente distribuiti nelle vicinanze di grandi città, come Milano, Torino o Roma, ma ci sono anche tanti campi da golf in zone più decentrate.
Anche in un campo da golf è possibile iniziare, ma so per esperienza che il primo approccio in strutture come questa tende un po’ a spaventare, per i costi di accesso e per il clima di “golf da circolo” che purtroppo spesso si respira e che non ha nulla a che vedere con il gioco del golf in se ed in quanto tale.
Ci sono poi due altri tipi di struttura: i campi promozionali ed i campi pratica. La differenza sta nel fatto che i primi hanno anche qualche buca, in genere chiamate “executive” in quanto di lunghezza ridotta, mentre i secondi sono solo strutture che hanno un “driving range” cioè uno spazio dal quale i giocatori rimangono fermi su tappetini e provano a tirare palline da golf e si esercitano nel movimento, lo “swing“.
Sicuramente vi consiglio di optare per una di queste due e per trovare quella più vicina a voi potete cercare direttamente sul sito della Federgolf, troverete schede e numeri di telefono.
Attrezzatura da golf e primi colpi
Ovviamente anche solo per tirare le prime palline da golf serve almeno un bastone. Non solo, suggerisco anche che la vostra prima esperienza di golf sia sotto la guida di un maestro. Con un investimento moderato avrete perlomeno le basi per tirare i primi colpi. Normalmente l’attrezzatura necessaria viene quindi fornita dal maestro o dal campo pratica e non dovete preoccuparvi di nulla. Anche come abbigliamento non c’è nulla di preoccupante, basta che siate comodi con un paio di scarpe stringate, anche da ginnastica. Una lezione individuale ha un costo medio di 20/30 euro per la durata di 30 minuti, ai quali, in alcuni casi, dovrete aggiungere il costo del gettone per il noleggio delle palline che si aggira sui 3 euro per 50 palle che di solito sono sufficienti per la lezione. Non abbiate paura di verificare tutto ciò nella prima telefonata di contatto con la struttura che avete selezionato:
Dopo i primi colpi da golf
Il primo approccio con il gioco del golf è un’esperienza diversa da persona a persona, quindi per alcuni di voi potrebbe essere un successo sfrenato da subito e per altri un po’ più timido con ben pochi lanci riusciti: in entrambi i casi non allarmatevi il golf ha come caratteristica un andamento molto altalenante che tende a stabilizzarsi, un poco perlomeno, solo con anni di gioco e di esperienza.
Prendetevi almeno 3/4 giornate di prova prima di decidere se continuare o meno, magari anche solo tornando a tirare palline anche senza la supervisione del maestro.
Se, come mi auguro, deciderete di continuare organizzatevi per aderire ad un programma di lezioni che può essere individuale o collettivo, dipende dal budget ed anche dalla vostra preferenza. Chiedete al maestro di voler scoprire, anche solo in modo superficiale, tutti gli aspetti del gioco, dai colpi lunghi a quelli del gioco corto.
In questa fase è lecito aspettarsi che tutta l’attrezzatura necessaria sia messa a disposizione del maestro.
Quando serve la propria attrezzatura da golf?
In teoria, anche se come scrivevo sopra non serve, potreste comprarla da subito, ma in realtà inizia oggettivamente a servire con le prime uscite sul campo da golf che in genere possono avvenire dopo 3 mesi di allenamenti con circa 20 sessioni di gioco effettive. Ricordate che la costanza nel praticare sarà determinante.
I costi sono molto variabili, da poche decine di euro fino a 1000/2000 euro. C’è comunque tempo per pensarci.
Come si fa a giocare sul campo da golf?
In genere la prima volta ci si organizza con un’uscita con il proprio maestro e solo dopo si può pensare di andare in campo da soli, magari meglio comunque essere accompagnati da qualche giocatore più esperto.
L’iter del golfista in Italia è un po’ articolato, ma spero che in questo mio altro articolo “Abilitazione al gioco sul campo da golf” vi possa aiutare a capire.
Ci sono questioni o domande alle quali non ho risposto? Scrivetele nei commenti!
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