Grazie alla vittoria finale nel torneo di Rotterdam, Sinner è entrato in un prestigioso club di cui nemmeno Djokovic fa parte.
Forse perché concentrati sulla grande occasione di poter scavalcare Daniil Medveded al terzo posto in classifica vincendo il torneo di Rotterdam – durante il quale tra l’altro è arrivata la notizia che sarebbe bastato arrivare in finale per compiere ugualmente il sorpasso – un po’ tutti ci siamo dimenticati di altri record e di altri traguardi che il nostro Jannik Sinner avrebbe raggiunto trionfando all’Abn Amro.
La quantità di primati, assoluti e personali, che il campione altoatesino ha batutto, o ritoccato, grazie alle vittorie sul cemento olandese sono sufficienti forse per un’intera stagione di un altro ‘normale’ tennista. Già, ma Sinner di normale ha veramente poco considerando il quasi inverosimile cammino fatto dallo scorso ottobre ad oggi. Ma andiamo con ordine.
Vincendo il match di esordio contro Botic van de Zandschulp, il nativo di San Candido ha battuto il suo precedente record di 10 vittorie consecutive nel circuito. Dopo aver sconfitto Monfils ed aver subito ritoccato la striscia vincente, è toccato a Milos Raonic piegarsi alla dura legge dell’azzurro.
L’affermazione contro il canadese è stata la numero 200 di Jannik nel circuito ATP: il 22enne è così diventato il primo giocatore nato negli anni 2000 a toccare questo traguardo, lasciandosi alle spalle, distanziati di non poco, Carlos Alcaraz, Felix Auger-Aliassime e compagnia andante. Ma la missione di Sinner doveva ancora entrare nel vivo.
Sinner nel club esclusivo: nemmeno i Big Three ce l’avevano fatta
Grazie all’affermazione in semifinale contro l’idolo di casa Tallon Griekspoor, ecco arrivare poi la matematica certezza di diventare, per lo meno a partire dal 26 febbraio, numero 3 del mondo. Ma Sinner non voleva aspettare. Sinner voleva tutto e subito. Detto fatto. È arrivata anche la vittoria nella finale contro l’amico Alex De Minaur.
Vincendo il torneo di Rotterdam, Jannik ha portato a termine la missione che si era prefissato una volta sbarcato in Olanda, ma in realtà ha fatto molto di più. Ha vinto il primo torneo disputato dopo aver incamerato il primo Major in carriera: un qualcosa che prima di lui avevano fatto solo in 7 in tutta la storia del tennis.
Andres Gimeno ed Ilie Nastase nel 1972, Jimmy Connors nel 1974, Sergi Brugera nel 1993, Thomas Muster nel 1995, Marat Safin nel 2000 e Leyton Hewitt nel 2001: questi gli illustri atleti riusciti in un’impresa che nemmeno i Big Three erano stati capaci di compiere. L’ennesima soddisfazione, l’ennesimo primato, l’ennesimo record per un campione che ora punta legittimamente il primo posto del ranking mondiale. Sarebbe un sogno. Molto più vicino di quello che si pensi.