La storia di Jeffrey Guan, giovane talento del golf, racconta come la vita possa cambiare da un momento all’altro senza mutare le proprie passioni.
Soltanto un anno fa, lo stesso Guan, ha perso la vista ad un occhio. Precisamente il sinistro, durante una partita del suo sport preferito, quello a cui aveva dedicato ogni cosa della sua vita, tanto da averlo trasformato in lavoro. Una disabilità, quella alla vista, che non cambierà le cose.

Il suo nome tornerà a brillare a distanza di un anno circa perché parteciperà agli Australia Open di Sydney, confrontandosi oltretutto con alcuni tra i più forti al mondo, incluso Rory McIlroy.
L’incidente e com’è cambiata la vita di Jeffrey Guan
L’incidente ha cambiato per sempre la vita di Jeffrey Guan, stravolgendo le cose nel settembre del 2024. Durante una competizione in Australia, una pallina ha colpito violentemente alla testa lo stesso Guan che da poco aveva fatto esordio al PGA Tour negli USA. Quel giorno, dopo aver giocato il secondo colpo dal fairway della terza buca, stava raggiungendo il buggy per riporre la mazza, quando la sua vita è cambiata.
“Ricordo solo un dolore incredibile alla testa, poi non ho più molti ricordi. So solo che stavo andando in ospedale, di questo ero cosciente”. Queste le dichiarazioni riportate da Il Corriere della Sera, che ha rilasciato lo stesso Jeffrey Guan.
La TAC andò ad evidenziare il bisogno di intervenire chirurgicamente. A quell’operazione ne è seguita una seconda e poi due settimane sono state trascorse in terapia intensiva. Pochi giorni dopo, la notizia più difficile da dover accettare: l’occhio sinistro, mai più, sarebbe tornato come prima: “Mi spiegarono che le fratture attorno all’orbita erano numerose e complesse. E allora in ospedale ho passato il tempo a tormentarmi, frustrato, per quanto è accaduto. Ma non mi sono arreso”.
La rinascita di Jeffrey Guan: torna in campo per giocare
Dopo tre mesi dall’incidente, Guan ha deciso di riprovarci ancora. Grazie ai videogiochi, ha spiegato il giocatore di golf, ha “potenziato” l’occhio destro, riuscendo a coordinare mano e vista, sviluppando la percezione periferica. E adesso in campo indossa una protesi oculare, che gli permette di sentirsi più sicuro.

La prova che nella vita, seppur con ostacoli grandi, tutto può essere risolto o comunque superato. Finché c’è vita, c’è speranza. E lo ha dimostrato ampiamente l’atleta australiano.