Uno dei drammi golfistici più famosi è stato sicuramente quello consumatosi nel 1999 al British Open (The Open) giocato sul campo di Carnoustie. Buca 18, un par 4 di 400 metri molto ostico. Il francese Jean Van De Velde parte con tre colpi di vantaggio per aggiudicarsi il torneo e fa un disastro!
Troppa sicurezza di sè e arroganza? Può essere, il buon Jean vuole forse vincere in modo esagerato e così spara col drive sorpassando il fairway e arrivando a pochi metri dall’acqua solo grazie al rough che frena in modo deciso la pallina che giungeva velocissima. Dopo il rischio chiunque giocherebbe al risparmio invece il francese prende dalla sacca il ferro e spara uno slice che sbatte in tribuna e poi rimbalza nell’erba alta.
Ma non si dà per vinto, ora col terzo tiro arriverà sicuramente in green? No, la pallina annega nel basso ostacolo d’acqua a pochi metri dall’ingresso. Noncurante dei milioni di spettatori davanti alla tv che si prendono gioco di lui, si toglie scarpe e calzini, tira su le braghe e sta per 10 minuti buoni a studiare come colpire la pallina sott’acqua.
Con l’unico barlume di buonsenso della buca decide di ritornare sui suoi passi e droppare prima dell’ostacolo, tira e finisce in bunker! Qui tocca finalmente anche al suo collega che, beffa delle beffe, imbuca direttamente dal bunker stesso! Il francese imitandolo potrebbe evitare i playoff, invece fa una discreta uscita e termina in sette colpi con un buon putt.
Ai playoff però perde da Paul Lawrie
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