Sinner e Alcaraz, che hanno preso parte a nessun torneo Atp questa settimana, possono scrivere, insieme, una sentenza inappellabile.
Dopo i Fab Four, ovvero Roger Federer, Rafa Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray, si sarebbe potuto credere che il tennis internazionale non avrebbe potuto sfornare altri talenti a quella portata. A prescindere dal fatto che siate stati (o siate tuttora) fan di uno dei quattro tennisti, è difficile pensare che Jannik Sinner e Carlos Alcaraz non possano arrivare vicino a quel punto.
A 21 anni, il murciano, per esempio, ha vinto un torneo del Grande Slam su tutte le superfici, e grazie al successo sul serbo a Wimbledon, è riuscito a mettere in fila anche una doppietta che non a tutti è riuscita. Il nostro altoatesino, poi, da numero uno al mondo e con già alle spalle una vittoria agli Australian Open e una Coppa Davis con l’Italia non starà certamente a guardare, e anzi si impegnerà ancora di più per riuscire anche lui a conquistare il titolo sia al Roland Garros, sia agli Us Open, sia soprattutto sull’erba dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club.
I due giovani tennisti sono considerati così forti che, per Marc Rosset, ex tennista svizzero, dietro di loro, almeno per quanto riguarda la loro generazione, c’è un vuoto abissale, “con giocatori troppo stereotipati”. Sia Sinner, sia Alcaraz, secondo l’ex numero nove al mondo, resteranno ai vertici ancora per lungo tempo.
E questo perché lo spagnolo “ormai è l’unico che fa davvero tante cose diverse”, motivo per il quale con il quasi 23enne di San Candido “potrebbero avere un’autostrada davanti”. Non solo, nel corso dell’intervista all’Equipe, il finalista del Roland Garros del 1996 ha detto che “se gli altri non si pongono subito le domande giuste su cosa aggiungere al loro gioco, non avrebbero poi ragione a dire: ‘Non siamo stati fortunati, siamo arrivati insieme a loro’”.
Chi vorrà mettersi ai loro livelli, insomma, dovrà macinare parecchio, e allenarsi con costanza, esattamente come è successo a Sinner. Dopo la semifinale persa lo scorso anno a Wimbledon, proprio contro il tennista numero tre del ranking, infatti, il nostro azzurro ha lavorato sodo per raggiungere lo stato di forma attuale, ma anche l’arsenale di colpi che in qualche torneo, specie quelli sul cemento, lo hanno fatto sembra un marziano.
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