La conferma di Tiger Woods toglie ogni dubbio al futuro del golf: ciò che è successo nelle ultime settimane, si verificherà di nuovo per la gioia degli appassionati
La frattura che il golf professionistico maschile ha subito negli ultimi anni sta per risanarsi, per la gioia di tutti gli appassionati, che torneranno a vedere tutti i big confrontarsi sugli eventi. La creazione di un Tour congiunto tra PGA e LIV è a buon punto dopo che è stato coinvolto il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump.
Jay Monahan, commissario del PGA Tour, e Adam Scott, direttore dei giocatori, hanno incontrato Trump a inizio febbraio. Al meeting era presente anche Tiger Woods. L’obiettivo è quello di raggiungere un accordo tra il PGA Tour, il DP World Tour e LIV Golf, quest’ultima finanziata dal Public Investment Fund dell’Arabia Saudita.
Trump ha ottimi rapporti con l’Arabia Saudita, tant’è che alcuni eventi LIV si svolgono anche su campi di sua proprietà. E riguardo questo meeting e altre novità è intervenuto Tiger Woods ai microfoni della CBS: “Penso che in questo momento ci troviamo in una situazione molto positiva. Abbiamo avuto un incontro con il Presidente. Sfortunatamente, ho dovuto affrontare altre circostanze, ma Jay e Adam si sono comportati benissimo durante l’incontro e ne abbiamo un altro in programma”.
Tiger Woods ha poi continuato dicendo: “Penso che le cose si risolveranno in fretta, faremo presto andare questo gioco nella giusta direzione. E’ andato nella direzione sbagliata per diversi anni, i tifosi vogliono che tutti i giocatori migliori giochino insieme e noi faremo in modo che ciò accada”. Jim Nantz gli ha poi chiesto se l’incontro potesse avvenire ‘molto presto quest’anno’ e la risposta di Woods è stata ‘sì’.
Una novità importante, che senza dubbio potrebbe portare a delle evoluzioni riguardo il golf nei prossimi mesi. E’ ciò che crede anche Rory McIlroy per arrivare a un accordo di pace tra PGA Tour e LIV Golf. Il campione nordirlandese aveva affermato che l’ostacolo più grande fosse rappresentato dal Dipartimento di Giustizia degli USA, che aveva imposto la rimozione di una clausola di non sollecitazione dall’accordo quadro.
Il Dipartimento non vede di buon occhio l’entrata del fondo saudita nell’economia americana. Ma Trump ha i contatti giusti per influenzare le decisioni finali.
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