Un altro dramma colpisce il mondo del calcio. Questo personaggio, molto amato ed apprezzato, ci ha lasciato ad un’età giovanissima.
È sempre una tragedia incredibile e dolorosa quando si legge di un lutto nel mondo del calcio o dello sport in generale. Campioni o personaggi legati ad uno degli ambiti più appassionanti in circolazione che ci lasciano, facendo entrare i drammi della vita di tutti i giorni in questo mondo così sognante e quasi intoccabile.
Il calcio italiano nelle ultime ore ha dovuto sopportare la notizia di un altro lutto tragico e scioccante. Stavolta non si tratta di un ex campione di questo sport o di un mito, come successo di recente con calciatori gloriosi come Gigi Riva, Franz Beckenbauer o Andreas Brehme. Bensì di un uomo legatissimo al mondo del pallone, molto amato nella sua comunità.
In particolare a piangere è il calcio dilettantistico e la regione Emilia-Romagna, che perdono un importante dirigente. Un personaggio magari non noto al grande pubblico, ma che in quelle zone ed in quel calcio così verace e naturale si era fatto apprezzare per la sua passione totale.
Ci ha lasciati a soli 43 anni Davide Manfredini. Ovvero un uomo che poteva sembrare un semplice impiegato di banca e ragioniere, ma con una grande competenza nel calcio provinciale. Infatti per dieci anni ha ricoperto il ruolo di direttore del Baiso, la squadra della sua città in provincia di Reggio Emilia.
Un uomo competente e che amava il calcio vero, quello fatto di sacrifici, di amicizia e di rispetto. Assieme all’amico Roberto Panciroli aveva preso il Baiso in Terza Categoria e lo aveva trascinato, con scelte oculate ed un grande lavoro professionale, fino alla Promozione. Un bel salto in avanti per la formazione emiliana, che deve tanto all’impegno di Manfredini.
La comunità di Baiso e dintorni è scioccata per la scomparsa prematura ed inaspettata di Davide Manfredini. In molti sapevano che stava da tempo curandosi contro un brutto male, ma nessuno si aspettava che avrebbe perso la propria battaglia, visto l’impegno e la serenità con cui ha sempre affrontato tutto, dal lavoro al calcio fino a questa esperienza delicata.
Manfredini lascia una moglie ed una figlia, ma soprattutto una comunità che gli voleva bene e lo apprezzava per i suoi modi sempre garbati e passionali. L’amico Panciroli lo ha ricordato in maniera commovente: “Abbiamo trascorso la vita insieme e condiviso tante emozioni, insieme abbiamo giocato con il Baiso anche nel torneo della Montagna e quando abbiamo smesso di giocare ci siamo occupati a livello dirigenziale del Baiso con successo”.
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