La Ryder Cup, competizione di punta del golf, potrebbe incredibilmente essere abolita dopo l’annuncio delle scorse ore.
I tifosi sono rimasto ovviamente sbigottiti difronte a tali dichiarazioni, anche perché se questo sport è conosciuto in tutto il mondo è grazie, ma forse soprattutto, a questo torneo.
Eppure qualcosa sembrerebbe non andare, anche perché l’annuncio delle scorse ore non solo ha trovato conferme ed appoggio da più parti, ma soprattutto ha messo in mostra una dei punti deboli di questa competizione, che forse fino ad oggi era stato sottovalutato.
Ryder Cup abolito: il motivo
La Ryder Cup potrebbe essere abolita, o almeno queste sono le indiscrezioni che starebbero circolando nel mondo del golf da qualche ora a questa parte. La verità, però, è che una competizione come questa non può chiudere i battenti, visto vale quanto Wimbledon per il Tennis e il Mondiale per il calcio.
E in effetti questa cosa non succederà mai, nonostante un po’ di preoccupazione tra i tifosi ci sia stata, considerando la mala interpretazione delle dichiarazioni di una delle leggende di questo sport, Gary Player. 90 anni, originario di Johannesburg, nelle scorse ore è uscito allo scoperto con una serie di dichiarazioni che hanno seriamente fatto credere che la Ryder Cup potesse essere abolita.
Intervistato dai colleghi di Golf Digest, Player ha infatti detto che questa competizione deve essere annullata, tornando immediatamente sui suoi passi precisando il perché di questo suo pensiero. Il 90enne ha infatti detto che più che un addio il suo è stato un campanello di allarme, in quanto l’obiettivo era quello di puntare il dito contro un ambiente ben lontano da quello che dovrebbe essere invece quello del golf.
Annulleranno la Ryder Cup
E dunque Player ha fatto veramente credere che la Ryder Cup potesse essere annullata. L’annuncio/denuncia del 90enne ha però voluto mettere in evidenza due aspetti fondamentali.
Da un lato l’amore profondo per il golf e la sua tradizione, che deve essere rispettata ed onorata, dall’altro la delusione per un’evoluzione che secondo lui sta travisando lo spirito originario dell’evento. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il comportamento tutt’altro che sportivo ed educato degli ultimi protagonisti della competizione, attaccanti da Player per aver utilizzato troppo spesso un epiteto che non dovrebbe neanche avere a che vedere con un ambiente d’élite come quello del golf. A fronte di questo sorge spontanea una domanda: chi è che deve garantire che lo spettacolo resti all’altezza della sua storia?