Sinner, è questo il momento in cui il tennista azzurro deve stare più attento che mai: le sue parole lo faranno senz’altro riflettere.
La storia del tennis, ma più in generale dello sport, è piena zeppa di talenti che sono esplosi per poi perdersi strada facendo. Perché schiacciati dal peso delle aspettative, magari, o perché sedotti dalle tante sirene che gravitano attorno al mondo dei personaggi popolari. Amori e denaro, riflettori e pareri non richiesti possono essere, si sa, estremamente nocivi, quando si è nel clou della propria carriera.
E pensava proprio a questo, il presidente della Federazione italiana tennis e padel, Angelo Binaghi, quando, al rientro di Jannik Sinner da Melbourne, ha affermato che da questo momento in poi bisognerà fare fronte comune e proteggerlo. Proteggerlo dalle potenziali distrazioni che potrebbero sviarlo, ma anche dall’opinione pubblica, che sappiamo bene essere poco o per nulla clemente nei riguardi delle celebrities.
In tanti sperano di vederlo inciampare, motivo per il quale è giusto che i suoi tifosi, per primi, tentino di fargli da scudo. Le distrazioni, adesso che è un campione, potrebbero moltiplicarsi. E lo sa bene Ion Tiriac, ex tennista ed ex hockeista su ghiaccio, oggi 84enne, che in un’intervista al quotidiano Il Messaggero a lungo si è soffermato su Sinner e sui rischi che l’altoatesino potrebbe correre ora che è sul tetto del mondo.
“Non deve farsi ingolosire dai facili guadagni, deve gestire al meglio il calendario – queste le sue parole – Oggi, Sinner, vale 50 milioni di dollari l’anno. Può arrivare facile anche a 100…”.
Tiriac ha voluto mettere in guarda Jannik dai potenziali rischi derivanti dal suo, ormai assodato, status di celebrità. Al tempo stesso, però, ha voluto sottolineare quello che, a suo avviso, sarebbe l’attuale problema di fondo del circuito maschile. “Oggi una mega star del tennis guadagna troppo – ha detto ancora l’ex tennista -, ma è il solito discorso della domanda e dell’offerta”.
Non si riferisce al solo Sinner, che pure incamera ogni anno un bel po’ di quattrini, dati i suoi numerosi sponsor. Parla bensì in generale, da imprenditore se vogliamo, essendo lui a capo di una holding che porta il suo nome e ben consapevole, quindi, di come funzioni il mercato. E di come, ipoteticamente, questo stesso mercato possa potenzialmente sciupare la carriera di uno sportivo di talento.
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