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Stephen Gallacher bis all’Omega Dubai Desert Classic 2014

Omega Dubai Desert Classic 2014 ancora nel segno dello scozzese Stephen Gallacher (272 – 66 71 63 72, -16) che si impone – prima volta nella storia – per la seconda volta consecutiva nel prestigioso torneo degli Emirati Arabi. E dire che non vinceva da otto anni quando ha vinto nel 2013. L’importante torneo dell’European Tour si è giocato sul percorso dell’Emirates Golf Club (par 72) a Dubai e ha visto una nuova ottima prestazione di Edoardo Molinari 276 colpi (65 72 68 71, -12) che è arrivato nono pur sbagliando l’inverosimile sui putt di corta distanza (altrimenti, avrebbe seriamente lottato per il titolo) e del fratello minore Francesco 13° con 277 (69 69 71 68, -11). Buona prova anche per l’altro italiano Marco Crespi, 48° con 283 (69 71 69 74, -5), mentre erano usciti al taglio sia Matteo Manassero 111° con 148 (76 72, +4) sia Andrea Pavan 115° con 149 (77 72, +5). Male McIlroy nell’ultimo giro e anche Tiger Woods.

Seconda piazza per l’argentino Emiliano Grillo a 273 (-15) mentre al terzo posto ecco lo statunitense Brooks Koepka e il francese Romain Wattel, terzi con 274 (-14). Quinti con 275 (-13) gli inglesi Robert Rock e Steve Webster, il finlandese Mikko Ilonen protagonista di una grande rimonta e il danese Thorbjorn Olesen. Male Tiger Woods, 41° con 282 (68 73 70 71, -6).

Stephen Gallacher vince a Dubai nel 2013: ottimi Manassero e Gagli

Rompe un digiuno lungo ben otto anni lo scozzese Stephen Gallacher (266 – 63 70 62 71, -22) trionfatore nel torneo appena conclusosi negli Emirti Arabi: stiamo parlando ovviamente dell’Omega Dubai Desert Classic (European Tour 2013) giocato sul percorso dell’Emirates GC (par 72) a Dubai. Gli italiani hanno fatto bene grazie alle eccellenti prove di Matteo Manassero, che si è classificato al 12° posto con 275 colpi (66 71 70 68, -13), e di Lorenzo Gagli, 15° con 276 (68 71 69 68, -12), entrambi autori di un 68 finale che ha permesso di risalire rispettivamente di tredici e sedici posti. Prova regolare e senza sbavature per Alessandro Tadini, 52° con 283 (70 71 71 71, -5) che così mette in cascina punti preziosi per la conservazione della carta per il prossimo anno. Diamo un’occhiata agli altri piazzamenti.

Iniziamo però ovviamente dallo scozzese Stephen Gallacher che con un primo e un terzo giro straordinari riesce a vincere bilanciando un secondo e un quarto giro nella norma. Il vincitore ha infatti girato subito fortissimo in 63 e poi si è ripetuto sabato in 62 con un eagle direttamente dal bunker proprio alla 18. Alla seconda piazza si è classificato il sudafricano Richard Sterne (269 – 62 70 66 71, -19) autore anche lui di un 62 (il primo giro) e poi di un terzo in 66. La battaglia finale è stata epica e entusiasmante e ha garantito un grande successo nonostante fossimo ancora a inizio stagione e i protagonisti non fossero giocatori di vertice.
 
Gallacher aveva iniziato male perdendo subito due dei tre colpi di margine su Sterne accumulati nei giri precedenti. Il birdie del sudafricano alla terza buca ha pareggiato i conti e il nuovo birdie alla 10ma ha portato avanti il rivale. Ma poi Sterne ha segnato due bogey alla 15 e alla 16 ed è stato definitivamente respinto con l’eagle decisivo ancora una volta alla 18esima buca. È il secondo successo in carriera per lo scozzese che si era già portato a casa otto anni fa il Dunhill Links Championship (2004). Il resto della classifica era raggruppato in uno stretto giro di punti.
 
Troviamo infatti in terza posizione con 271 (-17) il cileno Felipe Aguilar insieme al danese Thorbjorn Olesen, poi in quinta con 272 (-16) l’australiano Marcus Fraser insieme all’inglese Lee Westwood (era la sua prima gara del 2013), in settima l’altra sorpresa di queste gare, il portoghese Ricardo Santos e gli inglesi Robert Rock e Steve Webster con -15. Finale in chiaroscuro per l’altro favorito ossia l’indiano Jeev Milkha Singh, 10° con 274 (-14), che ha terminato un po’ in calando. Solo 17esimo lo spagnolo campione uscente Rafael Cabrera Bello con 277 (-11) stesso punteggio del connazionale Sergio Garcia.

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